
ARTICOLO – COME TUTTI GLI ARTICOLI DI QUESTO BLOG – RIVOLTO A VITTIME DONNE E VITTIME UOMINI, MA PER COMODITA’ GRAMMATICALE ED INCIDENZA, USERO’ IL MASCHILE PER IL NARCISISTA ED IL FEMMINILE PER LA VITTIMA.
So che questo è un articolo tanto atteso. Pieno di aspettative che spero di non disattendere. E per me il “non disattendere” significa far aprire gli occhi ed analizzare insieme. Del resto, se ho interrotto sul nascere la pagina Instagram di questo blog è perchè di persone che divulgano il narcisismo ce ne sono tante e, tecnologicamente, sono molto più brave di me, comunicando con veloci post, con tik tok, con grafiche ineccepibili. Ecco, questo spazio è diverso. Si basa sulla lettura lenta, lunga, che possa far capire con, appunto, lentezza, e non solo con la testa, ma anche con l’ANIMA, ciò che è importante assimilare per iniziare ad essere sempre più consapevoli dei problemi e di come poter reagire per aiutarsi.
La sete di vendetta è una delle fasi che TUTTE, e ripeto TUTTE, le vittime di abuso narcisistico provano ad un certo punto della relazione, durante lo scarto ed il post scarto, e può durare tanto, tantissimo tempo, finchè la vittima non è guarita del tutto in tutte le sue componenti ferite ed abusate, come la percezione di se stessa, la percezione della realtà, la profonda consapevolezza che tutto fosse manipolazione e che il così convincente e veritiero partner fosse, ANCHE CON LEI, una maschera. Se probabilmente sei arrivata (o arrivato, nel caso in cui tu sia una vittima uomo) a questo articolo, è perché stai vivendo una delle fasi più complesse del ciclo abusante e cerchi spasmodicamente un elisir di efficace vendetta nei confronti del tuo narcisista. Forse avrai già letto articoli a riguardo, alcuni dei quali ti hanno dato dritte efficaci che vuoi presto mettere in pratica, ed altri dei quali, invece, con senno, buonsenso e conoscenza dell’argomento, ti hanno messo in guardia che vendicarsi di un narcisista non è la scelta migliore e che la via migliore per “vendicarsi” è attuare no contact e dimenticare l’abusante per sempre, poi indossare un bel sorriso e riprendere le tue passioni e i rapporti con le persone sane che ti vogliono bene. Non è da stupirsi che nei confronti di questi ultimi preziosi consigli hai provato stizza, noia, e fastidio, perché la superiorità, il no contact e l’accettare che la vendetta non serva e non ti farebbe sentire meno male, NON TI BASTA, non è costruttivo e ti fa andare su tutte le furie in quanto NON TI FA SENTIRE COMPRESA/O fino in fondo da coloro che forse non stanno subendo quello che stai subendo te. Perchè questo non è un “essere lasciata/o”, non è un “finire una relazione e provare a metterci una pietra sopra e andare avanti”. Oh, no. Lo scarto è molto, molto, molto di più, e di diverso – se vuoi ti lascio qui di seguito il link che affronta nel dettaglio cosa prova REALMENTE una vittima durante lo scarto LO SCARTO: cosa vive realmente la vittima nella sindrome da abuso narcisistico – Le voci di Eco. C’è oblio esistenziale, identità frammentata, sintomi fisici del disturbo post traumatico da stress, ci sono ancora le manipolazioni, triangolazioni, campagna diffamatoria che il narcisista attua da lontano, c’è il vedere sui social il narcisista fresco come un fiore e sorridente come un bambino, attorniato da seguaci e donzelle che lo bramano mentre tu sei demolita, sola, impaurita, atterrita, inabile a svolgere qualsiasi azione più basica di vita. Pensi che la rabbia e il senso di ingiustizia possano essere bilanciati solamente con un “far quadrare i conti” e dare una qualche forma di “punizione” o di “dolore” a chi ne ha inflitti a palate e ne è indenne (tu pensi ne sia indenne, perchè una vita a seminare disgrazie non lascia indenne neanche chi le disgrazie le compie, in quanto essere non-umano e già morto a prescindere). Va da sè capire come un saggio ed umile consiglio come: “Mettici una pietra sopra. Le storie finiscono. Datti tempo e vai avanti” farebbe venir voglia di dare un cazzotto a chi, bonariamente, l’ha pronunciato, non con cattiveria, ma con indubbia NON-conoscenza di cosa si viva in un post scarto. Io ti credo. Credo alla voglia di vendicarti che hai, credo alla NECESSITA’ di bilanciare il tutto, e credo al senso di frustrazione di quando leggi: “Non vendicarti, lascia andare il male, accettalo, e ricomincia una nuova vita”. Beh, io stessa do questi consigli, sempre, in quasi tutti gli articoli, perchè sono veri, sono reali, sono la vera chiave per rimettersi nella carreggiata della PROPRIA vita, ma c’è di più. Nel concetto della vendetta c’è di più ed io, come sempre, proverò ad andarne a fondo. Ci saranno pure dei modi efficaci per vendicarsi una volta per tutte, o anche più volte, in più modi, di quel mostro (dis)umano che distrugge vite, no? Che caspita! Beh, la mia posizione in questo articolo è – quasi come sempre, in realtà -, quella di non prendere posizioni, di non giudicare, di non abbracciare perbenismi inutili che incoraggiano a troncare tutto come niente fosse, o a dispendere frasi efficaci che però non prendono in considerazione il momento delicato come quello di uno scarto, MA invece scandaglierò al microscopio (come il sottotitolo del mio blog suggerisce) tutti gli aspetti di tale vendetta.
Vuoi vendicarti di un narcisista? Descriverò COME EFFETTIVAMENTE VENDICARSI DI UN NARCISISTA. Perchè vendicarsi si può, e la vendetta efficace si realizza pienamente quando la vittima è CONSAPEVOLE di ciò che sta facendo, è consapevole del PERCHE’ vuole vendicarsi e spendere del tempo in questo, è consapevole del periodo che sta vivendo, e soprattutto è consapevole delle CONSEGUENZE del suo vendicarsi. A te la scelta.
Generalmente questa sensazione di voler vendicarsi arriva dopo il primo scarto, ma anche dopo i successivi scarti. Non subentra prima, cioè non subentra ancora nella svalutazione, quando si ha poco chiaro cosa si stia subendo e quando c’è ancora un qualche barlume di speranza, e di sensi di colpa su se le responsabilità del non andare bene della relazione siano i propri (della vittima), oltre che al gaslighting generale. Con il primo scarto, e poi con gli scarti successivi (quando ci sono, ovvero quando la vittima permette al narcisista di tornare e ricominciare i cicli abusanti di love bombing – svalutazione -scarto), quando il narcisista scompare, e si fa vedere presto un’altra, e si scoprono i suoi tradimenti, e si scoprono le sue bugie, e si scoprono le sue doppie vite, e si scopre la diffamazione della propria persona e via dicendo, ecco che LA RABBIA PERVADE LA VITTIMA AL PUNTO DA PORTARLA A PERCEPIRE, COME UNICA VIA DI SOLLIEVO, IL RICERCARE UNA GIUSTIZIA. E, se non esiste una giustizia, di CREARLA LEI, con le sue stesse mani, e fare due pesi e due misure, come se per alleviare il suo dolore, anche il narcisista debba subire lo stesso e soffrire.
Non c’è dubbio che dopo un abuso narcisistico NON ESISTE UNA PARITA’ di dolore tra la vittima e l’abusante: la vittima è appunto “vittima” dei soprusi e subisce tutta la manipolazione, confusione ed ogni forma di dolore psichico e fisico che non sto a descrivere qui nel dettaglio. Non c’è dubbio che non esista una parità di dolore perché: da una parte c’è un abusante che ha masticato e sputato una caramella che ora per lui non è più gradevole, pronto a succhiare quella nuova che ha appena scoperto e messo in bocca, totalmente inscalfibile da dolori, rammarico, angustie, ma anzi entusiasta della novità che lui ha accuratamente lavorato per scartare, anzi, sputare la caramella precedente; dall’altra parte, c’è la caramella prosciugata, insapore, come quelle gomme da masticare dei discount, piena di delusione, sgomento nell’essersi resa conto di aver vissuto con un mostro, e soprattutto CHE HA LA SENSAZIONE DI AVER PERSO TANTISSIMO TEMPO. GIUSTIZIA, GIUSTIZIA, GIUSTIZIA E GIUSTIZIA. E’ questo che risuona nella testa della vittima, impiastrata della necessità vitale di vendicarsi.
Ecco cosa penserà e percepirà la vittima in momenti, anzi PERIODI, come questo. Srotolerò i pensieri consci e i pensieri intrisi nell’animo della vittima qui di seguito, con dolore, e smarrimento di chi a quelle vittime, ripeto, crede:
- “Non è possibile che tutte le altre persone considerino ancora il narcisista come una brava persona!”;
- “E’ un mostro disumano ed io devo urlarlo a tutti! Mi fa schifo e mi dà una sorta di forte gelosia che ci siano ancora persone, uomini e DONNE, che idolatrano il narcisista, e che lo amano e lo adorano come lo adoravo io quando conoscevo solo la sua maschera! Mi fa schifo che SOLO IO abbia scoperto la sua vera natura marcia e pericolosa! Devo fare qualcosa! Ora urlerò al mondo qual è la verità! Tutti devono sapere!”;
- “Non è possibile che lui RIMANGA IMPUNITO! Chi me lo ridà indietro il tempo? E il cuore spezzato chi me lo ripara? Lui ora dovrebbe continuare a vivere indisturbato con tutta la solita gente che gli sbrodola dietro? Non può finire così! Non può continuare la sua vita così!”;
- “Voglio salvare il mondo da una persona del genere, voglio dare un mio contributo all’umanità! Devo salvare le persone da una persona del genere! Gli creerò terra bruciata così non potrà manipolare più nessun altro! Lo faccio per vendicarmi, perchè voglio che lui non abbia intorno più nessuno che gli creda, ma lo faccio anche per le prossime povere vittime. Mi fa schifo pensare che altre persone e soprattutto povere donne subiscano ciò che sto subendo io!”.
- “Voglio farmi giustizia, a qualunque costo! A costo di diffamarlo con le stesse armi con cui mi diffama lui! Con la campagna diffamatoria che lui ha fatto e sta facendo con me, con la differenza che lui dice menzogne su di me, IO DICO LA VERITA’! Sono io che devo vincere, non lui! Ed io vincerò almeno dicendo agli altri le cose come stanno, e uscendo pulita come sono sempre stata! Sono io la pulita! Una fatica per perdonarlo sempre, per capirlo sempre, per amarlo sopra ogni cosa, per stare dietro a tutti i suoi momenti no, e le sue sparizioni, e i suoi cambiamenti di umore, e le sue ambiguità… e ora? Anche scartata così? Ed anche bistrattata da tutti? E devo vedere lui che continua a vivere la sua vita col sorriso stampato in faccia e le persone che gli credono, che “operano” per lui e per la sua considerazione mentre qui mi lecco le ferite e faccio finta che ci siamo lasciati ‘pacificamente’? O che stia mediamente bene? O che ‘è la fine di una storia, passerà col tempo’? Non mi basta! Tutti devono sapere qual è la verità! Tutti devono sapere quali sono LE VERITA’, infinite, immense, della nostra storia, del suo essere così crudele, di tutti i rospi che ho ingoiato e che ora, grazie al mio informarmi, ho compreso a fondo! Tutti devono sapere che è un narcisista, e maligno, e manipolatore e psicopatico! Tutti devono sapere cosa mi ha fatto e come ragiona malignamente!”.
- “Anche le scimmie volanti devono sapere che non sono importanti per lui come esseri umani o per chissà quale forma di affetto! Anche loro sono oggetti per lui, esattamente come lo sono stata io! Perchè i narcisisti psicopatici reificano le persone e le scimmie volanti non sono un’eccezione!”.
- “Dovessi anche dedicare tutti gli interi anni della mia vita che mi rimangono fino alla mia morte a vendicarmi di lui, LO FARO’, perché solo così potrò stare meglio, solo così potrò sopravvivere. E non mi interessa se mi dicono che darò in pasto ancora il mio tempo a lui, e che sto sprecando la mia vita, e che dovrei costruire qualcosa di sano senza inglobare più lui nelle mie cose, perché SOLO IO SO QUANTO STO BENE A PENSARE A COME VENDICARLO, a se diffamarlo, a se arrecargli un danno mediamente innocente, a se migliorare me stessa per lui di modo che quando torna lo faccio rosicare rifiutandolo, e lo faccio ingelosire con uno più bello di lui, e tutte queste cose qui”; “Non può andare tutto impunito così! Non può andare così”.
La percezione è questa. La vittima non ha rabbia: la vittima E’ RABBIA. La vittima è una rabbia logorante, che mangia ogni suo piccolo dettaglio di essere, di corpo, di cervello. Lo scarto, spesso, è un qualcosa che va oltre il concepibile umano. Per questo è devastante. Non è una situazione che un corpo e una mente umana possono più o meno agevolmente sopportare se non subendola e scoppiando. Un incidente, una morte di un caro, la perdita di un lavoro, sono drammi, sono drammi grandi, ma possono succedere, e in qualche maniera la vita ha predisposto l’essere umano a piegarsi, a starne male, ma poi a reagire e “superare” queste sorte di lutti, ma sono lutti e problemi esterni. Quando un proprio simile – un narcisista -, esercita azioni non-umane su un suo simile – la vittima – si va contro natura. Un essere umano che agisce “predando” un suo simile come fosse una bestia, e lo mastica e lo sputa come una belva assetata, e lo tratta come un oggetto, un dispositivo, uno strumento, e agisce con malignità creando dolore in esso, non si parla più di una stessa dimensione umana, si tratta di vedere se stessi morire, come se il corpo rimanesse in vita (in condizioni precarie lo stesso) e l’anima, la linfa vitale, l’energia vita per l’autosostentamento fossero demolite. Si può esser stati conviventi per vent’anni con un narcisista ed essere lasciati ignobilmente in un minuto e mezzo, senza spiegazioni, si può aver scoperto un tradimento in flagrante, si può aver scoperto, tutta insieme, una collezione di bugie reiterate in anni: insomma, lo scarto è un trauma. Un trauma non concepibile da chi non l’ha subito, non credibile da parte di chi non l’ha subito, e spesso non comprensibile da nessun essere umano che non sia narcisista, che in realtà capirebbe poco lo stesso, ma che sarebbe in grado di attuare tutto questo. Ecco, tutto questo trauma non umano di auto-morte vitale coincide con il finale abbandono totale a se stessa della vittima: come si può sopravvivere a tutto questo? La mente neanche fa in tempo a ragionare troppo: FARE GIUSTIZIA. E quella della vittima E’ SEMPRE giustizia, verità, ingenuità, quasi sempre totalmente coperta dal fango della campagna diffamatoria del narcisista alle sue spalle. Tutto l’amore che lei aveva dato ora è coperto dalle menzogne che sostengono il narcisista nell’uscire pulito dalla relazione, è coperto dalla rivelazione che lui sia terrificante nella sua mancanza di empatia, rispetto, rimorso, sensi di colpa, è coperto dalla percezione che quell’amore sia stato buttato nel vento e non riconosciuto. Quell’amore è coperto da tutto, troppo, schifo.
La verità è che tanti sono i meccanismi che innescano l’accecante voglia di vendetta, ma uno dei più forti è la percezione di aver inondato di amore qualcosa di vuoto che ha fatto PERDERE TEMPO ALLA VITTIMA, un aver dato in pasto mesi o anni della propria vita ad un cassonetto affamato, del quale ora alla vittima non rimane NULLA, né un cenno di gratitudine da parte dell’abusante al quale ha dato l’anima, la vita, il tempo, i sacrifici, l’ascolto, né altrettanto amore e rispetto che lei pensava fosse scontato meritasse, poiché era quello che lei sempre a lui dava, né, anzi NEPPURE, il ricordo e il riconoscimento di una storia nella quale lei ha investito molto, perché probabilmente lui sarà già sparito nel nulla, in un assordante trattamento del silenzio, dando la sensazione di aver rimosso totalmente non solo la donna, ma finanche i ricordi della relazione stessa. Macerie. Solo macerie. La vittima percepisce macerie dentro di sé, dentro al suo cuore, ma sono macerie che neppure riesce a vedere, perché tutto si è dissolto dentro al nulla che lui ora trasmette, che lui ora prova, che lui ora ricorda e che lui ora riconosce. Lui non trasmette, prova, ricorda, riconosce NULLA. La donna si sente impotente, non sa che armi usare per poter sedare il suo strazio, e l’unica via d’uscita che intravede è trovare negli angoli della sua testa dei modi per poter trovare la fantomatica “vendetta” nei confronti del narcisista, come se la vendetta fosse l’unico “paracetamolo” che possa attutire i sintomi di un dolore straziante simile.
Il punto è: cosa intende veramente la vittima per “vendicarsi” del narcisista? Ucciderlo? Farlo soffrire? Ridicolizzarlo? Fargli capire quello che ha perso? E quindi FARLO TORNARE? Di solito, questo concetto è sempre poco chiaro. La vittima sa solamente che necessita alleviare IL SUO di dolore. La vittima sa solo che deve farsi giustizia in qualche modo: è stata uccisa la sua anima (con tutto ciò che di collaterale comporta) e non è concepibile che l’assassino sia ancora in circolazione, e indisturbato, e felice con una nuova donna, e felice con quelle che ora lei ha capito chiamarsi “scimmie volanti”, magari anche diffamandola, e non è concepibile che il tempo che lei ha perso non le ritorni indietro, e che non ci siano prove dell’amore da lei dato, se non qualche foto venuta bene o venuta male, che testimonia che sì, lei era con lui, lo amava, ma forse ora è diventata una delle tante. Se questi concetti vengono espressi da me, giornalista, con delle parole, a livello razionale nel mentre scrivo, quando, invece, questo meccanismo della vendetta si instilla nella mente della vittima, TUTTO è permeato, a livello emotivo, da questa esigenza di vendicarsi. Non sono pensieri, è una necessità che diventa la persona stessa, e non solamente un elemento nella testa della donna, come “manca il latte”, “mi piacciono i gatti”, “ho bisogno di andare dal fisioterapista perchè da due giorni ho forte dolore alla schiena”. No. La vittima diventa una vendetta che cammina. La vittima si regge su questo. Si regge sul diventare la bilancia del mondo, sul diventare il giudice di se stessa, sul diventare l’avvocato di se stessa, ma di quegli avvocati che per difendere attaccano e poi perdono la causa.
E’ impossibile dire ad una vittima di non provare voglia di vendetta in fasi di abuso come queste. O meglio, glie lo si può consigliare, ma nessuna mai ascolterà con l’anima ferita, con tutto ciò che il suo corpo ha in carico durante la fase dello scarto e del posto scarto. E’ come dirle: “Ti hanno uccisa, non te la prendere”. E’ una fase imprescindibile. E’ la fase della rabbia acuta, quella fase che da fuori la vittima non vede, ma che da dentro sente e che le scortica il corpo. Ed è un’ulteriore componente che la tiene agganciata al narcisista in qualche maniera, col pensiero e le intenzioni dentro ad ogni sua azione, vista l’indubbiamente enorme quantità di dipendenza affettiva ancora in circolo. E’ come se la vittima fosse abituata, dopo vario tempo, ad agire avendo il pensiero costante del narcisista nella sua testa, nel suo cuore, e non può di certo di botto ricominciare a vivere per se stessa, pensando a solamente a se stessa, e rimuovendo lui dalla testa. Cioè, se prima andava dal parrucchiere SOLO per compiacere lui, adesso CI VA LO STESSO ma avendo nella sua testa il pensiero “vado dal parrucchiere, pubblico una foto sui social così lui la vede, e lo faccio ‘rosicare’ così si pente di avermi persa, torna e io lo siluro”, per dire. Sempre il narcisista nelle intenzioni, nelle azioni, nelle SCELTE DI VITA. La voglia di vendetta rischia di fare questo. Rischia di rimanere ancora per molto legata al narcisista, e se fosse vero che dopo una “rosicata” riuscita, la vittima vedesse il suo dolore placato e applicasse il no contact, andrebbe pure bene, ma molto, molto spesso non accade così, e i cicli abusanti ricominciano, o il dolore della vittima per il narcisista che non reagisce perchè ha un’altra continua inesorabile e peggiora con l’aggiunta di immensa frustrazione.
Cosa fa la vittima, per soddisfare la sua necessità di vendetta e cosa fa per attuare (illusoriamente) il piano perfetto per vendicarsi del narcisista? Cerca di modificare se stessa secondo l’ottica del narcisista. Ciò che al narcisista non andava bene di lei, o meglio, ciò che il narcisista LE FACEVA CREDERE NON ANDASSE BENE IN LEI, lei vuole sistemarlo, migliorarlo, modificarlo, per schiaffarglielo ben bene davanti e portarlo al famoso “ROSICARE”. Pensa e pensa e ripensa. Ragiona, ragiona e ragiona, su come può smuovere il narcisista, su ciò che può farlo “ritornare”, su ciò che può farlo “soffrire”, su come lei potrebbe essere più allettante per lui. In una frase: PERDE TANTO, TANTISSIMO, INQUANTIFICABILE TEMPO ancora appresso al narcisista, che ora, dopo lo scarto, se ne starà bello tranquillo con la sua nuova fonte di approvvigionamento, che sia la nuova fonte primaria, che sia la scimmia volante con cui diffama la partner da scartare ben bene, che sia una nuova attività da cui estrae potente carburante narcisistico. Senza che il narcisista faccia nulla, si ritrova ad essere ancora pensato, e ancora messo in cima alla lista delle priorità della sua vittima (per ora) dimenticata, perchè LE HA LASCIATO IL SENSO DI RABBIA, IL SENSO DI INGIUSTIZIA, IL SENSO DI INCOMPIUTO. Per la vittima NON DEVE FINIRE COSì. Perchè, NON E’ FINITA. E di fatto, su questo sono d’accordo, perchè l’abuso non è finito proprio per niente. Se una vittima, dopo lo scarto, quando dovrebbe approfittarne per applicare no contact, si arrovella in congetture per vendicarsi, non fa altro che permettere che l’abuso continui. Non è facile sedare la sede di vendetta. Non è facile ACCETTARE sin fa subito i soprusi subiti. Non è facile, lo riconosco, e la sete di invidia nelle vittime non va assolutamente condannata o giudicata, va compresa ed aiutata.
Quindi, tornando al vero e proprio titolo dell’articolo, di seguito descriverò le uniche ed efficacissime tecniche per “vendicarsi” del narcisista, secondo l’ottica che la vittima ha di vendetta e secondo l’ottica di “far rosicare il narcisista”, “far infuriare il narcisista”, “diffamare il narcisista” e via dicendo, e spiegherò PERCHE’ NON è efficace NESSUNA di queste e nessuna in generale.
Azioni che (FORSE, NON SEMPRE) potrebbero suscitare delle reazioni nel narcisista, tali che siano considerate dalla vittima come “vendetta compiuta”:
- Ignorare il narcisista non applicando un no contact TOTALE, quindi ad esempio bloccando tutto tranne Instagram e pubblicando storie in cui si mostra serena, contornata da amici, ed in perfetto aspetto. Il narcisista guarderà le storie, commenterà a qualcuna, e non riceverà risposte. Un’orda di rabbia, forse, lo potrebbe pervadere.
- Ignorare il narcisista non applicando un no contact TOTALE, e pubblicando, in quel canale ancora aperto, indizi che lascino trapelare che la vittima sia in presenza di figure del sesso opposto (se eterosessuale, cioè con il sesso di suo gradimento, ecco). La vittima, per esempio, potrebbe bloccare il narcisista ovunque e cambiare la sua immagine di whatsapp mettendo una foto di lei insieme ad una figura maschile, che potrebbe tranquillamente essere un amico.
- Applicare un no contact non del tutto totale e far arrivare al narcisista notizie di lei riguardo delle sue particolari riuscite, o promozioni a lavoro, o azioni che accomunano gli interessi del narcisista, ad esempio organizzando un’uscita con una presunta scimmia volante che andrà indubbiamente a riferire tutto al narcisista. La scimmia volante potrebbe raccontare al narcisista di come lei, che so, medico come lui, abbia chiesto trasferimento in un reparto molto ambito da sempre dal narcisista. Un esempio proprio così, a caso, ma ormai saprai che li faccio per rendere tutto più chiaro.
- Applicare un no contact totale con l’intento SBAGLIATO di applicarlo solo per suscitare reazioni nel narcisista. Potrebbe essere una vendetta? Nella visione della vittima sì, potrebbe, ma non è proficuo per lei e non è detto che susciti qualcosa nel narcisista, che probabilmente già è nelle lenzuola di un’altra. Il no contact serve SOLO alla vittima e serve che lei PENSI che serva solo a lei, e non per generare reazioni altrui. Se anche solo pensa a quello, il no contact non funziona.
- Diffamare il narcisista con tutti i suoi “amici” (del narcisista), cioè le sue scimmie volanti. Va già da sè capire come, essendo scimmie volanti, queste persone non crederanno MAI alla vittima e ciò genererà un maggiore isolamento della vittima non creduta, e una ancor maggiore diffamazione attuata da narcisista e scimmia volante insieme, in comunella tra loro.
- Ignorare il narcisista per farlo ritornare e “mandarlo a cagare” finalmente, di modo da finire la relazione “come la vittima vuole”. E’ solo qualche strascico di narcisismo della vittima. Con abusi simili non importa come se ne esca. L’importante è CHE SE NE ESCA. Ma la confusione mentale, la dipendenza affettiva sono talmente forti nella vittima che è difficile che lei arrivi a fare ragionamenti così puliti e lucidi. Quando una vittima si attacca a questa motivazione è solo il suo ego e il suo orgoglio che parlano, e se mai lui ritornerà, un altro ciclo si compirà e finirà, dopo mesi o anche settimane o anche giorni, con l’esatta situazione in cui la vittima si sentirà inappagata di quel tipo di “fine” e vorrà vendetta, e di nuovo vendetta, e di nuovo “una fine come la voleva lei”. E i cicli continuano. Poi, per non parlare del fatto che la vittima, se il narcisista “tornasse” ci ricadrebbe pressochè subito. E’ sistematico. Ed anche la vittima che pensa di essere più lucida delle altre, ci ricadrebbe pressochè subito. E, appunto, tutto ricomincia.
La questione, comunque, è solo una. Se anche un’azione della vittima sortisca l’effetto di suscitare reazioni nel narcisista, non esiste un concetto di “vendetta” che si compia. Poi, se gli effetti della “campagna di vendetta” della vittima non vengono proprio sortiti dal narcisista, ancor peggio non c’è proprio vendetta che nasca. Qui di seguito, descrivo per punti (ormai lo sapete tutti che li adoro!) varie motivazioni per le quali nessuna azione attiva di vendetta NON E’ MAI EFFICACE in un post-scarto:
- Il narcisista non soffre allo stesso modo con cui soffre una persona non affetta da questo disturbo di personalità. Vive superficialmente le emozioni, figurarsi i sentimenti. E’ vero che molti narcisisti hanno scatti d’ira, reazioni violentissime, possono usare violenza finanche fisica, ma sono reazioni dovute alla perdita di un dispositivo, non alla perdita della vittima in quanto tale. Cioè, l’ira scaturita dalla vendetta è sempre un’ira egoriferita, volta a se stesso, non alla presa di consapevolezza che la vittima sia l’essere migliore al mondo e lui la sta perdendo. La vittima rimane uno dei vari giocattoli più o meno utili da tenere, sempre, nell’armadio della stanza. Il sunto è: qualsiasi reazione di di rivalsa tu riesca a suscitare nel narcisista, non illuderti, sarà, per quanto a volte intensa, transitoria, come un lampo, e ben presto (molto presto) verrai riscartata, e il margine di tuo recupero psichico si dilaterà ed avrai bisogno di più tempo per riprenderti.
- Far “rosicare” il narcisista non porta ad una vendetta costruttiva, in quanto potrebbe o farlo tornare e portarlo a ricominciare un ciclo abusante – SEMPRE, ogni volta, PEGGIORE di quello precedente -, o a denigrare perfino i cambiamenti positivi della vittima, inducendo la vittima a cadere in una situazione di gaslighting e di confusione generale nella quale non sa cosa debba fare per piacere al narcisista come “una volta” (per “una volta” si intende la FARSA del love bombing, dove il narcisista voleva la vittima perché lo necessitava, indipendentemente dai pregi o difetti personali che lei avesse).
- C’è il rischio di incattivirlo e renderlo pericoloso, e questo NON E’ ciò che la vittima vuole e deve voler raggiungere. Ahimè comprendo che spesso la vittima scartata pur di ricevere qualche forma di attenzione dal narcisista, preferisce finanche “ricevere violenza” piuttosto che la totale indifferenza, ma è solo la parte terribilmente malata di lei che parla. La vittima, per esempio, potrebbe impegnarsi nel generare in lui gelosia, e quindi attaccarlo – illusoriamente- ancora più a lei ma NON come la vittima vorrebbe. Ripeto, so che, in fasi simili, TUTTO è meglio dell’indifferenza, ma credimi che poi staresti peggio. Con certe cose non si scherza. Innescare rabbia in un narcisista è pericolosissimo perchè è una persona che non ha limiti morali, non ha rispetto per l’altro, non ha coscienza e quindi, pur di sedare la sua rabbia, farebbe qualunque cosa. Meglio l’indifferenza. Molto meglio. Anzi, quando l’indifferenza subentra, bisognerebbe accendere un cero in chiesa e cominciare il no contact per sempre.
- Spesso, dopo lo scarto, al narcisista NON INTERESSA PROPRIO NIENTE della vittima scartata, e lei, per dire, potrebbe anche dimagrire 10 chili per lui (ripeto, non per se stessa, ma PER LUI) se in sovrappeso, e a lui non toccherebbe più di tanto nel caso in cui abbia una risorsa molto più succulenta sotto mano in quel momento, e troverebbe, COMUNQUE, espedienti per svalutare la ex vittima lo stesso, della seria “ma sei malata, quanto ti sei fatta rachitica, scheletrica, non mi piaci più come un tempo”. Tempo perso.
- La sete di vendetta prolungata nel tempo non fa altro che far continuare la vittima a DARE IN PASTO IL SUO TEMPO AL NARCISISTA. Non ne hai perso fin troppo di tempo dietro a questa persona? Se lui se ne va, e tu continui a dargli in pasto il tuo tempo e le tue energie psichiche (negative) GLIE LA DAI VINTA. E la vendetta ce l’hai LUI nei tuoi confronti, NON TE. Stai prolungando il tempo del tuo essere stagnante dentro al dolore. So che la dipendenza biochimica non permette al cervello di funzionare bene, e neanche alle azioni di agire in maniera saggia, e spesso si ha la sensazione che tutto sia più forte del buonsenso, ma almeno bisognerebbe “sentire” a livello corporeo che il “benessere” nel rimuginare al come vendicarsi non è un vero benessere, ma è una finta panacea tossica.
- Lo diffami. Con chiunque, non solo con scimmie volanti, ma anche con amici tuoi. Lo diffami in ogni modo che puoi, un po’ come ha fatto lui – lui che, però aveva riempito tutti di BUGIE, al contrario di tutti i racconti veri che racconteresti tu (scusa il gioco di parole)-. Cosa potrebbe mai succedere di appagante per te? Dopo settimane e mesi di caffè e cene di qua e di là con amicizie comuni, anche le persone finiranno, e tu ti troverai con qualche briciola di ego soddisfatto e la solita disastrata situazione psichica, affettiva, e di rabbia ancora fluttuante per il narcisista che nel frattempo avrà lo stesso continuato la sua vita, con nuove fonti primarie, secondarie, terziare, o con un’ira tremenda contro di te se mai verrà a sapere che tu lo hai diffamato.
Dunque, a fronte di tutte queste considerazioni, come ci si vendica di un narcisista? Cosa vuol dire vendicarsi di un narcisista? Come si fa a sedare questa rabbia atavica che leva il respiro ogni giorno e impedisce di sopravvivere?
Come “pre-risposta” della risposta vera e propria che qui di seguito scriverò, c’è da dire che: la vendetta con un narcisista c’è ogni giorno, ma tu non te ne accorgi. E non sei neanche tu che la metti in atto, è la natura. E’ la natura di ciò che lui è. Di ciò che lui si ostina a rimanere senza farsi curare. Una persona narcisista vive senza sperimentare l’amore vero, non prova affetto per nessuno, è schiava delle maschere che deve indossare e perfezionare per coprire il vuoto, è schiava dell’ammirazione esterna, vive nella continua fuga del suo non-essere, vive nell’angoscia dell’invidia che prova per tutti, e potrei continuare all’infinito. La vendetta che tu vorresti esercitare, per stare meglio tu, non fa altro che far stare male te e non arriverà (se può farti star tranquilla in qualche modo) al livello di non-vita che un narcisista sperimenta non in un momento della vita, non in una giornata, ma OGNI SECONDO DELLA SUA ESISTENZA. Capisci che vendicarsi come forse lo intendi tu non ha senso? Non ha senso per te. Non ha senso per lui perchè lui (o lei, ripeto sempre) è già condannato. E per quanto tu puoi aver dato la vita a lui per aiutarlo, per fargli capire i suoi problemi, per risolverglieli al posto suo, per portarlo da uno psicologo, nulla è ed è stato efficace per convincerlo ad aiutarsi, da solo, davvero, perchè un narcisista pur di non scavare nel suo vuoto, rimarrebbe – e rimane sempre – attaccato a vita alle sue maschere da levigare sempre di più, preferendo la dannazione perenne di indossarle, che il dolore acuto della perdita di se stesso per ritrovarsi, forse, da qualche parte, dentro a quel cratere esistenziale.
Riguardo, invece, come prima accennavo, all’unica risposta possibile su come ipoteticamente “vendicarsi” di un narcisista, l’unica, sempre efficace, risposta è: APPLICANDO UN NO CONTACT TOTALE CON LA CONVIZIONE DI VOLERE DISINTOSSICARSI DA QUESTA COLTRE NERA DI MANIPOLAZIONE ED ABUSO. So che starai pensando che non è abbastanza, che non è sufficiente per sedare la tua ira, che io – anche io -, nonostante mi occupi di questo sia l’ennesima persona che non capisce a fondo cosa vuol dire rimanere “impuniti” di fronte a tali abusi subiti, ma ancora stai ragionando con il punto di vista dilaniato, del tuo cuore e del tuo corpo disintegrati. Prova a cambiare punto di vista, e adottare QUELLO GIUSTO:
CON IL TUO NO CONTACT, IL NARCISISTA HA PERSO TE.
Tutte le vittime si arrovellano nel dolore di aver perso un mostro nella loro vita, ed allora loro? Loro forse non se ne sono accorti, o forse sì se ne accorgeranno, o faranno finta di aver perso una persona di poco valore per uscirne sereni e svolazzando verso nuovi lidi con illusoria pace interiore, ma la realtà è che LORO hanno perso UNA PERSONA COME TE, che, se da loro è stata scelta, è sempre stata una persona umanamente splendida, integra, pura, moralmente luminosa, ed ora è stata SOLAMENTE SCHEGGIATA ed ha bisogno di levigare le ammaccature procurate da chi l’ha solo invidiata.
IL NO CONTACT SERVE A QUESTO. Il no contact serve a te per ritrovare la tua integrità totale, e serve ad andare finanche oltre a quello che tu eri stata (o stato) prima di vivere la drammaticità di questa relazione. Ritrovata l’integrità e l’indipendenza emotiva, due cose avvengono, da guardare con entrambi i punti di vista, quello di una donna forte e quello di una donna assetata di vendetta: la prima è che a nulla serve più un narcisista, e la seconda è che sarà lui che avrà perso nella sua vita un’altra persona valida come tu sei, e come sono tutte quelle che cascano nella sua rete e che, per sopravvivere, devono allontanarsene definitivamente. Il narcisista semina solo questo. Semina persone distrutte intorno a lui, e semina vuoto intorno a sè per tutte le persone (felicemente tante) che ad un certo punto decidono di salvarsi e non avere mai più rapporti con lui. Non ti sembra, questa, una sufficiente vendetta? E tu non hai neppure fatto nulla di tragico, di peccaminoso, di perfido, di sanguinoso! Ti sei semplicemente portata in salvo. Ed anche “solo” facendo così, per te stessa, senza intenzioni “cattive” (che comprendo nascano spesso in vittime totalmente martoriate), ha portato naturalmente la vita a fare il suo corso e a vendicarsi di persone che non vivono la felicità, non vivono le persone belle e felici, perchè non sanno tenersele. Alla fine la vita cos’è? La vita è contornarsi di persone splendide, condividerne le gioie e i dolori, ricevere calore da loro e darne altrettanto. E pensate che questi, come voi li chiamate spesso “mostri”, hanno sempre la fortuna e la perversa abilità di catturare sempre le persone migliori, ma poi l’incapacità di tenersele: vogliamo continuare a dare loro così facilmente del succulento mangime per il loro ego?
La vostra meraviglia non deve essere per tutti, specialmente per chi non sa apprezzarla, e un abuso simile dovrebbe avervi fatto comprendere, a livello profondo, ed emotivo, che le relazioni non vanno scelte per la quantità, ma per la qualità. Quando ti si scrosterà la rabbia da dosso (ed avverrà) ti renderai conto che la vendetta è questa. La vendetta è il non cominciare a provarne, o lo smettere di farlo. La vendetta è il famoso “lasciarli nel loro brodo”, quel brodo fatto di persone di poco valore, che il valore lo hanno perso pur di rimanere a tutti i costi, di persone manipolate che preferiscono danneggiarsi pur di non smettere di cibarsi delle briciole, di persone di nullo valore morale che li spalleggiano. Quel brodo fatto di fughe continue, dalle macerie che dove passano seminano. Quel brodo fatto di intenzioni maligne dietro ad azioni apparentemente buone, giuste ed altruiste. TU SAI. VOI SAPETE. Questo deve bastarvi a continuare per la vostra vita, UMANA, VERA, piena di INTENZIONI BUONE e soprattutto CONGRUENTI CON LE AZIONI BUONE CHE FATE e congruenti con le persone buone che siete. In questo spazio ammetto di essere fortunata, perchè tra voi miei lettori e lettrici, la scrematura è automatica. Posso prendermi la presunzione di dire che moltissimi di voi, per non dire la maggioranza, siete persone buone, ferite, incazzate, disperate, dissociate, ma profondamente buone, e la vendetta migliore è di guardarvi indietro e dire: “Eh si, il mio abusante se ne era accorto prima di me di quanto io sia speciale, nobile d’animo, pura. Peccato, ha sprecato l’occasione di tenersi una persona come me. Ora può rimanere pure dove sta, io di certo non posso permettergli di continuare a rosicchiare la mia meravigliosa persona. Sono scheggiata, sono inviperita e schifata, ed ora è il momento che io rinsaldo la mia personalità buona e mi sforzo per non incattivirmi, per non diventare come lui per la rabbia, per non voler ancora qualcosa da lui, per non impantanarmi di tutto quello schifo melmoso che sempre c’è quando c’è di mezzo un narcisista, una scimmia volante, e via dicendo tutte queste persone e queste dinamiche tossiche”.
Il mondo non è tutto così. Il mondo è stupendo se solo si impara a scegliere di chi e di cosa contornarsi. Tu ora hai tutti gli strumenti per farlo e per ridisegnare una vita piena di significato, piena di preziosa bellezza, piena di verità, piena di porte chiuse, serrate, barricate. Non fare entrare più nessun narcisista, abusante, manipolatore nella tua vita, e vendetta sarà compiuta.