ARTICOLO – COME TUTTI GLI ARTICOLI DI QUESTO BLOG – RIVOLTO A VITTIME DONNE E VITTIME UOMINI, MA PER COMODITA’ GRAMMATICALE ED INCIDENZA, USERO’ IL MASCHILE PER IL NARCISISTA ED IL FEMMINILE PER LA VITTIMA.  

“Un giorno lo amo, un giorno lo odio”. “Lo so che è un mostro. Ma a volte mi manca”. “A volte penso a quegli occhi dolci, quelli che mi hanno fatto innamorare di lui. A volte però mi tornano in mente quegli occhi agghiaccianti, di quando io facevo qualcosa che non gli andava ed allora mi guardava così e poi si ammutoliva”. “Ma perchè cazzo il mio cuore non riesce a capirlo che deve smettere di pensare a lei? E’ una disturbata. A capire le cose non ci arriva. Pensa solo a se stessa”. “Vorrei non averla mai incontrata. E’ una bestia di donna, e per colpa sua ho instillata nella testa quella felicità che sono convinto di non poter riprovare più con nessuna”. “Non riproverò mai più quello che lui mi ha fatto provare, ma ora vorrei che tutti sapessero che razza di essere marcio è”. “Stavo riguardando delle nostre foto, eravamo abbracciati sul letto, appena svegli, di domenica. Una felicità assoluta mai provata prima. Poi apro Instagram e vedo una sua foto con uno di quei post da santoni filosofici quale lui non è. Falso, ipocrita, violento fisico, ciarlatano che spara quelle perle di filosofia sulla vita solo perchè sa scrivere bene e infinocchia tutti quei pecoroni che gli credono. Sapessero, loro, che mi picchiava. Ah, non ho ancora applicato il no contact”. “Mai avrei pensato che esistessero nel mondo esseri maligni, non umani, putridi come quello che ho scoperto essere il mio ex. Ma perchè ora che ho saputo che sta con un’altra vorrei buttarmi giù dal quarto piano del mio palazzo?”.

La dissonanza cognitiva è un termine spesso sentito sui blog sul narcisismo, e non potrebbe essere il contrario, perchè senza una dissonanza cognitiva che assorbe tutto il cervello della vittima, un abuso narcisistico non attecchirebbe, e perchè senza una dissonanza cognitiva non si svilupperebbe una dipendenza affettiva della vittima nei confronti del suo carnefice. La dissonanza cognitiva è uno stato mentale in cui la vittima ripetutamente percepisce, a livello razionale e soprattutto a livello emotivo, il suo abusante come un perfido mostro (dopo le rivelazioni a cui sarà arrivata circa la sua vera natura, nel post scarto) e, al contempo come il meraviglioso principe (o principessa, se narcisista donna) presentatale all’inizio, poichè contaminata dai semi di manipolazione gettati durante il love bombing e riproposti qua e là dal narcisista nei momenti in cui aveva paura di perdere la vittima e voleva tenerla ben agganciata a sè.

IL NARCISISTA ATTUA IL LOVE BOMBING PER QUESTO. Il narcisista attua il love bombing come garanzia per il futuro, di modo da agganciare emotivamente la sua vittima per sempre, anche quando, attraverso una graduale somministrazione di “briciole” di attenzioni, sempre minori, arriverà al suo essere più brutale possibile (così com’è nella sua realtà), sereno del fatto che la vittima, pur vedendolo per così com’è (un mostro, privo di empatia, privo di rimorso, privo di senso di colpa, esclusivamente egoriferito, reificatore di ogni persona che incontra) non riuscirà a sganciarsi, perchè penserà che “forse è un momento”, “forse lui si sta stressando e sta cambiando”, penserà che lo ama alla follia sopra ogni cosa, anche sopra la violenza, e, da ultimo ma non da ultimo, SARA’ DIPENDENTE FINO ALLO STREMO e non riuscirà in nessun modo a sganciarsene. Dopo lo scarto deciso ed attuato dal narcisista, questa dissonanza cognitiva persiste. Anzi, AUMENTA. Esponenzialmente. Aumenta esponenzialmente perchè il dolore dell’abbandono, la confusione del distacco forzato che la vittima sta subendo dal manipolatore, con annessi suoi silenzi punitivi, fatalmente la legheranno ancora di più a lui. La mancanza genera nella vittima un legame mentale/affettivo ancor più profondo nei confronti del suo manipolatore, al punto che, continuamente, strenuamente, ininterrottamente, le produrrà pensieri O ESTREMAMENTE IDEALIZZANTI, O ESTREMAMENTE TERRIFICANTI.

I pensieri estremamente IDEALIZZANTI arrivano quando la vittima subisce il perpetrato silenzio da parte dell’abusante, quindi immaginiamo la sua vita quotidiana: si sveglia, lavora, si strugge nella sofferenza, si isola dagli affetti perchè vuole rimanere da sola nel dolore non compreso da nessuno, e via dicendo tutto ciò che lo scarto comporta – ti lascio il link qui in cui ne tratto nel dettaglio LO SCARTO: cosa vive realmente la vittima nella sindrome da abuso narcisistico – Le voci di Eco -. In situazioni come queste, di dolore estremo e di dipendenza assoluta, in cui la vittima non sa cosa fa il suo amato, in cui si sforza di non stalkerizzarlo sui social e che, in quanto rifiutata, lo pensa come un essere umano in qualche maniera “superiore a lei”, la vittima sprofonda nei pensieri contaminati dalla manipolazione, che la portano a pensare al manipolatore come il principe azzurro dei primi tempi, come l’uomo inarrivabile, come l’uomo che la ignora perchè, appunto, ripeto, “superiore” a lei per qualche oscura ragione. Spesso in certi momenti, la vittima, quando è pervasa da questi pensieri “magici” sul proprio abusante si sente in colpa per aver pensato che lui fosse un narcisista, talvolta ritorna sui suoi passi pensando: “forse, forse non è che mi sarò sbagliata? Non sia mai che non è narcisista ma giusto un po’ immaturo? O giusto un po’ egocentrico in senso buono?” – (Ti tranquillizzo, la risposta è sempre: NO, NON TI STAI SBAGLIANDO) -. La vittima si sente una brutta persona per anche solo aver pensato che lui fosse un disturbato mentale, pensa che forse in fondo potrebbe essere normale lui ed invece quella pesante è proprio lei (GASLIGHTING!!! E’ il gaslighting che il narcisista ha creato su di te! Tutti lo fanno!). Pensa che, siccome forse lui è normale e lei ha esagerato, il pensiero che lui possa già stare con un’altra la uccide, così come la uccide il pensare che forse con la prossima con cui starà sarà felice, sarà NORMALE e GUARIRA’ da quelle sue tendenze strane, un po’ violente, un po’ forse sì manipolatorie: anche qui ti tranquillizzo. UN NARCISISTA PATOLOGICO/MALIGNO/MANIPOTALORE/PSICOPATICO NON CAMBIA MAI, MAI E MAI, CON NESSUNO, CON NESSUNA, CON NESSUNA PARTNER, CON NESSUNA SCIMMIA VOLANTE, CON NESSUN PARENTE, CON NESSUNO PSICOTERAPEUTA (NEANCHE FREUD) E CON NESSUN ESORCISTA.

I pensieri terrificanti sono l’opposto, e sono presenti allo stesso modo nel corpo, nella mente, nella vita della vittima. I pensieri estremamente TERRIFICANTI subentrano quando la vittima, durante il post scarto, semplicemente scopre dettagli tremendi che la conducono a pensare che lui sia davvero una persona fuori di testa, fuori senno, terribilmente dissociata e pericolosa. La vittima scopre tradimenti, scopre decisioni prese dal manipolatore assolutamente scioccanti, scopre dettagli di ciò che realmente il manipolatore da tempo sta facendo in sua assenza, sia che se ne stia fregando totalmente di lei, sia che (soprattutto quando maligno) stia attuando comportamenti volti proprio a farla soffrire, sia che abbia doppie vite, sia che sia diffamatorio contro varie persone e contro di lei. Un esempio? La vittima segue ancora il narcisista sui social e legge un post in cui lui fa allusioni esplicite a lei, specialmente se allusioni negative. Ecco, in momenti come questi, il cervello della vittima fa: “CLIC”, cambia registro, e sprofonda nell’oblio tremendo della DISILLUSIONE. Ovvero della VERITA’. La verità della natura nuda e cruda del narcisista. La vittima crolla dal castello dell’illusione, l’unica (l’illusione) che le ha permesso di sopravvivere sempre, anche e soprattutto ora che lui l’ha ABBANDONATA come un rifiuto tossico. I momenti di verità sono i momenti in cui la vittima sprofonda nell’oblio più assoluto. Da un secondo all’altro, come uno scacco caduto sulla scacchiera. E se consideriamo che questi “clic”, durante un post scarto, sono tantissimi all’interno di una giornata, possiamo anche immaginare i danni che provocano in un essere umano che li subisce. L’oblio della vittima coincide con l’estrema rabbia, sia per lo schifo che la natura del narcisista è, sia per se stessa, per rendersi conto di essere invischiata in un labirinto mentale infernale in cui non riesce più a gestirsi, a tenere un punto, a vedere la situazione oggettivamente dal di fuori. E’ assorbita dallo schifo immondo di rendersi conto di come nel mondo esistano bestie simili e come lei sia stata capace di incapparci, ma fatalmente è assorbita anche dal legame traumatico indissolubile che prova per quella maschera che sembra così vera, che è sembrata sempre così vera, e che così bene si mischia a quella natura maligna e pericolosissima.

La dissonanza cognitiva è questo. E’ un coltre nebulosa e soffocante dove si perdono le proprie priorità, dove si perdono i propri gusti, le proprie necessità, e si respirano solo i ricordi, quelli eterei e quelli raccapriccianti. E’ una maschera dell’ossigeno perenne sul naso, nella testa, nel cuore e nel petto della vittima, che inspira costantemente materiale tossico che non le fa vedere lucidamente la realtà REALE che la circonda. E NON LA FA RESPIRARE. E’ tutto caldo intorno alla vittima. Tutto caldo. E’ caldo lo sguardo di ascolto di quelle poche persone che si mettono ad ascoltare i racconti surreali che la vittima racconta, e che addirittura li accoglie, li capisce e CI CREDE. E’ caldo il risveglio del mattino, talmente angoscioso e pieno di tachicardia che paralizza e mette ad ebollizione il petto. E’ caldo il click sull’articolo in cui la vittima finalmente si immedesima, ed allora quel caldo soffocante che ogni istante sente, ora invece lo percepisce come un caloroso abbraccio confortante. E’ calda la svampa di rabbia che sale quando vede quel post della scimmia volante che ancora non ha cancellato dagli account, ed allora ricorda la menzogna di vita, e le persone manipolate che nel mondo idolatrano il narcisista ancora, e che non basterebbe una vita per combattere la battaglia contro il narcisismo. E’ caldo il ricordo delle promesse: caldo nella sua dolcezza, e rovente nell’oblio di vedere, ora, come NULLA di quelle promesse fosse e sia realtà. E’ caldo il pugnale della disillusione che preme anche nelle viscere di lei che credeva nella vita, nella sincerità delle persone, della verità dell’amore e del proprio amato. E’ un pugnale che brucia e che va a riaprire ferite antiche, che forse la vittima mai avrebbe conosciuto di lei e del suo passato, se non ci fosse stato qualcuno che fosse entrato lì, avesse fatto emergere, avesse fatto finta di curare, e poi avrebbe squarciato con tutta la forza dell’universo. Sono calde le braccia in cui la vittima si rannicchia su se stessa, dentro ad una stanza, senza voglia di uscire, accaldata solo dalla percezione di essere, in fondo, l’unica a capirsi, in un mondo gelido che non crede a quello che esiste e che lei ha vissuto. In tutto ciò il narcisista è quell’interruttore caldo-freddo che si apre e si chiude sul rosso o sul blu in base al viso che aveva in quel ricordo in cui con la vittima faceva l’amore, e al viso che aveva in quel ricordo in cui usava l’altra donna per mortificare la vittima, farle credere di essere meno attraente, meno di valore e meno interessante. Il narcisista appare nella mente della vittima come una figura indefinita, non unitaria, ed è proprio così semplicemente perchè una persona affetta da disturbo narcisistico non ha un sè unitario, unico, ma anzi è un vuoto psichico sul quale sempre, costantemente, costruisce maschere differenti, in base all’utilità del momento. La confusione che la vittima ha in testa nell’avere quella figura così ambigua nei suoi pensieri e nel suo cuore è legata alla frammentazione che il narcisista stesso è. Un essere non umano, privo di componenti appartenenti al genere umano (empatia, senso di coscienza, senso di colpa, capacità di provare rimorso) che lei vede nella sua mente, come fermi immagine in cui lui è un attore sempre diverso, in base alla fase della relazione. Tante persone, in una sola persona, che non sembra essere neppure una persona. Del resto non chiama, sembra sparito, non sta concedendo neppure una parola di chiarimento, forse ha un’altra dopo questa relazione che era stata lunga o almeno apparentemente importante, forse sta attuando ogni tecnica di triangolazione possibile sui social per far soffrire ancora di più la vittima. Tante emozioni, forti e non autentiche, tutte collegate alle maschere del manipolatore e alle azioni manipolative che lui attua, e che lui sin dal primo giorno di incontro tra lui e la vittima, ha attuato, per arrivare ora, qui, ad avere ANCORA potere ed influenza psicologica su di lei. Tutto, nella mente della vittima, è un insieme di fumogeni soffocanti ed accecanti, in cui si susseguono solo ed esclusivamente immagini del narcisista, ricordi con il narcisista, situazioni con il narcisista, incisi come un un torchio pesante dentro al cervello di lei (vittima donna o vittima uomo, specifico sempre). La vittima si trova protagonista di una sorta di “The Truman Show” – non so se ricordate il capolavoro cinematografico del 1998 con Jim Carrey -, ovvero si trova in una realtà che vede così “fuori da lei”, così banale, così insipida, così stupida, a confronto della profondità del suo capire dove c’è verità, dove c’è manipolazione e cosa sia davvero l’essenza. Vede programmi in tv, e capisce che non sono verità. Vede come viene descritto quell’idolo vip del passato, e a solo qualche sketch capisce che era un narcisista patologico di quelli belli grossi, e pensa a come la vita sia fake. Rivede un parente lontano e capisce che è sempre stato un manipolatore ben celato, di quelli che sparla alle spalle e invidia ogni conquista altrui. Nella dissonanza cognitiva del post scarto la vittima è un cumulo di luce di verità dentro a rivelazioni di manipolazione continue, che possono essere visibili grazie al suo animo ipersensibile e da IPER TUTELARE, perchè nel turbinio del “caldo” della dissonanza cognitiva, ogni vittima di abuso narcisistico SI SENTE, sente il dolore come parte integrante di se stessa che le permette di guardarsi dentro, di capire chi sta soffrendo al suo stesso modo, di guardare all’essenza e non alle frivolezze. Per questo è importante lavorare su questo dolore per plasmarlo e non insabbiarlo o saltarci su a piè pari.

Quando spesso mi chiedete: “come fa a sparire come niente fosse e poi tornare come niente fosse?”, la risposta è questa: il narcisista sa che nella confusione della dissonanza cognitiva (magari non ne conosce il nome scientifico, ma sa che sensazioni prova la vittima, pur fregandosene fattualmente, visto che nel post scarto già è impegnato con altre vittime nuove o ripescate), la vittima è frastornata, debole, dipendente, SOSPESA e che è SCONTATO che lui, anche solo facesse un cenno con la mano, la avrebbe in pugno ad ogni suo piacimento. Ed infatti spesso è così (ma facciamogli cambiare idea, perchè noi possiamo cambiare le cose!), perchè per un narcisista ogni sua vittima è un suo giocattolo, e i giocattoli, si sa, stanno nell’armadio, e appena si vuole prenderli per un pomeriggio per giocarci, li si prendono e ci si gioca (sì, a 4 anni, però. Ma la dinamica è perfettamente la stessa).

IL RUOLO DEI SOGNI NELLA DISSONANZA COGNITIVA

I sogni martellano la vittima che è in dissonanza cognitiva, come se ogni notte il cervello macinasse e macinasse senza sosta. Generalmente una vittima di abuso narcisistico, durante la fase dello scarto, sogna tantissimo. E sogna tantissimo il narcisista e situazioni o persone che lo riguardano. Sogna amici, familiari, genitori del narcisista. Sogna luoghi che frequenta il narcisista, o la città/paese di nascita, o luoghi che lei ha vissuto con lui. Sogna di urlare al narcisista tutto ciò che ha dentro, tutti i tremendi NON DETTI con cui lui l’ha lasciaat sospeso, tutte le situazioni logiche che lui considerava illogiche e che ora lei, nel sonno, solamente nel sonno, ha la possibilità (invano) di spiegargli. Sogna il narcisista con altre donne ed ha attacchi di ansia ed apnea notturne, alla sola sensazione di vedere ciò e rendersi conto che questa opzione può essere più reale, perchè, in quanto narcisista, già ne avrà un’altra. Sogna il narcisista che la bacia e spesso fa sogni erotici in cui ha rapporti sessuali molto coinvolgenti con il narcisista. Sogna di inseguire il narcisista per strade di una cittadina buia, e di vederne le sagome, e di vederne la figura evanescente, e di non riuscire mai ad afferrarlo e a “riprenderselo”. Sogna il narcisista che la soffoca, che la strozza con le mani, che la guarda con occhi glaciali e la minaccia. Me ne sono stati raccontati tanti, tantissimi, e, seppur molto diversi tra loro in quanto a dettagli, più o meno i più frequenti sono questi. E’ come se l’inconscio fosse in tilt, e durante la notte si ribellasse ad ogni giornata di contorcimento di pensieri della vittima ed anche di “silenziamento” del dolore quando la vittima lavora, pensa alle scadenze, pensa agli impegni pratici quotidiani, ed allora si mette in standby ed INGOIA il dolore senza starne dentro, per pura sopravvivenza.

COSA FARE QUANDO SI E’ IMMERSI IN DISSONANZA COGNITIVA

Di consigli generali ce ne sono ben pochi. La vera possibilità di cura è la psicoterapia individuale. La dissonanza cognitiva è una cosa seria. E’ una dipendenza alla pari di qualsiasi altra, ma al contempo danneggia anche la sfera più razionale e cerebrale di colui o colei che la subisce. NON E’ SOLO DIPENDENZA AFFETTIVA, e talvolta, per mio parere personale, non è detto che la dipendenza affettiva ci sia poi così tanto. La dissonanza cognitiva è una VIOLENZA alla sfera cognitiva della vittima, alla sua identità, alla sua anima, alla sua memoria, al suo funzionamento psichico. La dissonanza cognitiva è il risultato di una violenza subita, e con il tempo non migliora. Va curata. Così come una ferita dovuta ad una violenza fisica con un colpo di pistola, anche la dissonanza cognitiva va curata, sennò rischia di creare “complicazioni”, che nel caso della ferita da arma da fuoco è un’infezione, e nel suo caso, invece, è, nel “migliore” dei casi un non uscire mai dalla spirale violenta con il narcisista, il permettergli di tornare all’infinito, il permettergli di alzare sistematicamente le asticelle degli abusi, e il perdere tanto, tanto, tantissimo tempo della propria preziosa vita. Nel peggiore dei casi invece subentrano problemi fisici importanti, disturbi psicosomatici, depressione, istinti suicidari, e tutti quei tantissimi sintomi che emergono a seguito di un abuso colmo di cotanto stress come malattie autoimmuni (tiroidite, lupus, malattie croniche intestinali come morbo di Chron o rettocolite ulcerosa, per citarne qualcuna), tachicardia, aritmie, disturbi del sonno, disturbi dell’alimentazione, attacchi di panico. La psicoterapia serve a sondare il proprio individuale percorso di vita, il proprio passato, la propria anima, che è diversa da quella di qualsiasi altra persona, e permette, poi, di curare con quel determinato antidoto “ad hoc” per se stessi quelle ferite che ognuno ha diverse rispetto agli altri. Indubbiamente la tecnica del no contact – ti lascio qui di seguito il link dove puoi approfondire il tema: NO CONTACT: tutto ciò che c’è da sapere e come attuarlo – Le voci di Eco – si dà per scontato che DEBBA ESSERE ATTUATA, SEMPRE, ma non basta per risanare l’assetto psichico stordito e l’affettività martoriata della vittima.

Ci vuole volontà, ci vuole il rimanere attaccati a quella poca lucidità intellettiva rimasta e a quella sviluppatissima sensibilità emotiva sviluppata. Ci vuole prendere per mano quella piccola parte sana rimasta per accompagnarla a non solo ritornare in sè ma anche ad evolversi, perchè un abuso narcisistico DEVE SERVIRE A TROVARE SE STESSI UNA VOLTA PER TUTTI, e bisogna APPROFITTARNE. E’ un’opportunità. E’ un’occasione. E so che molti di voi che state leggendo starete pensando: “Avrei preferito risparmiarmela questa occasione, e campare serenamente senza grandi consapevolezze”, invece se ciò è accaduto è perchè da qualche parte un motivo c’è, e da qualche parte qualcuno, che sia un dio, un fato, un destino, un ordine naturale delle cose, SA che chi è buono ed empatico DEVE riconoscerlo, deve riconoscere di esserlo, e deve avere la conoscenza e gli strumenti per fare qualcosa. Per se stesso e per gli altri.

Se l’essere umano è stato predisposto anche per questo, è perchè ha tutti gli strumenti per farcela, per superare anche questo abominio disumano. Ce la puoi fare anche tu. La strada potrà anche esser dura, molto dura, ma ce la farai. Ce l’hanno fatta in tanti, e ce la farai anche tu!

Se vuoi confrontarti sul tema della dissonanza cognitiva o leggere gli interventi di altre persone che stanno vivendo la condizione che stai vivendo tu, puoi usufruire del forum. Ti lascio qui il link della discussione aperta, riguardo alla dissonanza cognitiva: Dissonanza cognitiva: la mia testa dice A, il mio cuore dice B – Le voci di Eco . Buona lettura!