ARTICOLO – COME TUTTI GLI ARTICOLI DI QUESTO BLOG – RIVOLTO A VITTIME DONNE E VITTIME UOMINI, MA PER COMODITA’ GRAMMATICALE ED INCIDENZA, USERO’ IL MASCHILE PER IL NARCISISTA ED IL FEMMINILE PER LA VITTIMA.

Prima di parlare del collasso vero e proprio voglio fare una (abbastanza lunga) premessa.

La premessa è che un narcisista non può vivere sempre al massimo. Non può farlo semplicemente per il fatto che “vivere”, per un narcisista, non vuol dire “godere” a pieno di ogni singolo aspetto positivo e negativo (quindi reale) della vita, così come un essere umano più o meno sano quotidianamente fa, in quanto per lui “vivere” vuol dire indossare continue maschere al fine di mantenere alta l’accettazione di sè, l’ammirazione di sè, la superiorità di sè, l’invidia su di sè, differenti in base alla situazione, ma che siano tutte efficaci in qualsiasi circostanza e momento. Il narcisista si destreggia in questa faticosissima lotta di sopravvivenza, che per lui non è altro che un viaggiare sopra alle nuvole di una terra banale e così stucchevole di uomini, quando lui è e crede (erroneamente) di essere qualcosa di nettamente migliore, ma che ha il prezzo da pagare di vivere sempre qualcuno che non è, perchè un narcisista NON SA COM’è, non sa cosa c’è dentro se stesso. E’ chiaro notare come il vivere “al massimo” nell’ottica del narcisista, non è un qualcosa di autentico, ma è un’impresa fittizia di mantenimento della “superiorità” davvero estenuante, che lui è obbligato a tenere su, a quei livelli alti, perchè, altrimenti, non sarebbe in grado non solo di vivere, ma anche e soprattutto di SOPRAVVIVERE. Il “vivere” al massimo del narcisista corrisponde a quanto lui sia in grado di RIUSCIRE a creare una posizione forte di se stesso nella sua superiorità, NONOSTANTE e specialmente GRAZIE alle sue azioni volte unicamente all’acquisizione di quella posizione superiore, qualunque costo necessiti, qualunque conseguenza comporti.

Quando il narcisista arriva dove vuole, e quindi viaggia a quell’altezza tale che gli permetta l’illusione di superiorità e di DISTACCO dal livello di tutte le altre persone ai suoi occhi “normali” e perciò inferiori, è pervaso da una quantità di droga trasbordante. L’approvvigionamento narcisistico che ingurgita è spropositato e funge a lui come uno stupefacente che non solo lo mantiene in vita, ma lo fa stare anche su di giri, perchè gli dà quell’euforia e quella tranquillità, che lui sempre cerca, di agire in una posizione non uguale a quella degli altri. Al contrario, se lui davvero provasse a vivere alla pari di qualsiasi altro essere umano (come E’ LUI), si sentirebbe dolorosamente PERSO, si sentirebbe soffocato dalla necessità di guardarsi veramente dentro, e per un narcisista non c’è cosa più terrificante e rifuggente. Ho scritto in un altro articolo – I narcisisti sono felici? – Le voci di Eco – come i narcisisti considerino la felicità quei momenti che in realtà non sono veramente “felici”, come intendiamo la felicità noi persone più o meno sane affettivamente e psichicamente, ma come considerino di essere felici nei momenti in cui agiscono con quel fuoco di rabbia volto a creare per costruire quella posizione di egemonia, di altezza, di invidiabilità. Per capirci, l’andare in palestra non è la gioia in sè di allenarsi, quanto l’obiettivo di migliorare la propria immagine, obiettivo che infuoca ogni secondo di allenamento, o la creazione di quel blog pieno di contenuti non ha dentro il fuoco sacro di diffondere quei determinati insegnamenti e messaggi, quanto innalzare la propria immagine di persona interessante visivamente e che sa, per esempio, scrivere bei post, e produrre la solita invidia, la solita desiderabilità, la solita superiorità. E’ tutto egoriferito nei narcisisti. Tutto. E questi sono gli alti picchi narcisistici: sono quelli che spingono il narcisista ad agire con determinazione esclusiva, e sono quelli del vero e proprio “arrivo” dove lui arriva (ma in fondo non arriva mai) e si gode, quel pochissimo che riesce, l’alta posizione illusoria dove giunge, a cui si avvicina solo col naso, e dal quale poi sprofonda. E’ proprio in questo momento di picco di altezza e potenza che il narcisista fatalmente capisce che ciò che ricercava, ciò che considerava una concreta posizione di sopraelevazione rispetto agli altri, era in realtà una sua sola proiezione e che sotto a questa visione surreale e malata, c’era la vita vera, quella normale, che non è che era sparita, ma semplicemente lui la perdeva tra le dita. Questa percezione di consapevolezza non è una consapevolezza sana, tipo il riconoscere di aver perso la felicità, l’umiltà, l’autenticità, ma è la sensazione, sempre egoriferita, di non afferrare mai la concreta potenza che ogni giorno abita l’INTENZIONE di ogni sua azione. Il narcisista vive inesorabilmente la sua FRUSTRAZIONE, e NON SI RICONOSCE PIU’ NEL SOGNO CHE AVEVA CREATO COSì BENE NELLA SUA TESTA PER POTER SOPRAVVIVERE AL RESTO DELLE PERSONE COSI’ MEDIOCRI E MINACCIOSE, se non nella misura in cui SERVANO e siano manipolabili per i suoi scopi personali.

Ps. E’ importante che io parli prima dei picchi di “altezza” e superiorità che tocca il narcisista, per poter spiegare bene il rigurgito successivo, ovvero il collasso vero e proprio. I due momenti sono strettamente collegati.

Dicevo, le situazioni in cui il narcisista si sente onnipotente sono varie, e tutte LAVORATE CON MINUZIA al fine di conquistare quella posizione lì. Può essere un semplice periodo di love bombing, in cui il narcisista si sente un dio, alimentato dal succulento approvvigionamento della nuova partner; può essere l’ottenimento di un prestigioso lavoro, inteso non tanto come lavoro che veramente si ha la passione di fare, quanto come una posizione “egemonica” di potere, come professioni da stipendi importanti, posizioni viste socialmente bene, posizioni di potere; può essere il raggiungimento di una tanto desiderata forma fisica a seguito di un arduo lavoro in palestra, come prima accennavo; può essere un momento di tanto agognata e finalmente ottenuta POSIZIONE DI VETRINA, in cui ci si senta invidiati, desiderati ma intoccabili, quindi pagine social che ottengono particolare successo e in cui il narcisista sia “manifesto” con la sua immagine e la sua azione, o anche episodi di vetrina televisiva, o artistica in generale, o di posizione di spicco in generale, non per forza legata a professioni attoriali.

E qui arrivo al nocciolo dell’argomento presentato. Più questi picchi di “superiorità” illusoria e di potere infondato sono alti e prolungati, più è mortifero il baratro successivo, proprio come il pre, mentre e post droga. Anzi, più di una droga. Più di una droga perchè le sensazioni chimiche di dipendenza dall’approvvigionamento narcisistico sono le stesse di qualsiasi altra dipendenza, ma l’oggetto della dipendenza, al narcisista, non è per nulla chiaro, anzi. Il narcisista sente che sta male, ma non sa perchè sta male. SENTE SOLO UN VUOTO INSOPPORTABILE E SOFFOCANTE. E questa sensazione di dolore è di una intensità e paralisi inimmaginabili. Il potere, la superiorità, il successo della fase precedente al crollo, sono sempre VUOTI, in quanto le motivazioni alla base delle quali il narcisista ha agito con determinazione, tipo studiare agguerritamente per un concorso prestigioso, o curare una pagina social nei minimi dettagli, sono motivazioni FALLACI E VACUE, basate non sul CIO’ CHE PIACE E SUL CIO’ IN CUI SI CREDE PER MIGLIORARE IL MONDO E RENDERE FELICI SE STESSI, ma sono motivazioni basate esclusivamente sull’ ARRIVARE (E POI PERMANERE) ALLA POSIZIONE CHE DA’ SOLLIEVO AL VUOTO CRONICO DI VITA, IN QUANTO ILLUDE IL NARCISISTA DI ESSERE IMMUNE DAI CONFRONTI, IMMUNE DALLE CRITICHE, IMMUNE DALL’ESSERE COME GLI ALTRI E QUINDI SOVRANNATURALE COME SEMPRE PENSA, e come sempre non percepisce, poichè incapace di conoscersi davvero e incapace di accettare il confronto naturale e ALLA PARI tra essere umani, come invece sarebbe sano fosse.

Quando il narcisista viene risucchiato nel suo sprofondare nel baratro, ne è sempre colto alla sprovvista. Premedita tutto per non caderci, e quando ci cade il dolore è inquantificabile. Il collasso è sempre un’esperienza terrificante per lui, proprio perchè OGNI AZIONE DELLA SUA VITA è volta al RIFUGGIRE questi episodi di così forte consapevolezza e di così forte oblio del vedere il nulla dentro l’involucro di amabilità e (spesso) bellezza, e il narcisista diventa talmente abile a rifuggirli da abituarsi a vivere finti esseri e finte vite, talmente bravo dall’arrivare ad affinare in maniera impressionante ogni forma di strumento di mantenimento di questi finti modi di essere sempre superiore, con manipolazione, con maschere e con violenza. Una persona che non è affetta da disturbo di personalità quando commette degli errori, o quando vede delle aspettative essere disattese, cade, sta male, ma trova un suolo, seppur di dolore, da dove ricominciare. Nel narcisista ciò, invece, non accade, perchè lui, quando cade, sprofonda dentro ad una confusione di vuoto e di elementi frammentati della sua vita di superficie, del suo passato di rabbia e sensazione di non amore ricevuto, di sbagli e vite parallele (alcuni narcisisti ne hanno davvero molte, altri meno, ma di modi di essere ne hanno, tutti, tantissimi) quindi è come se avesse la sensazione di non toccare nulla, di non essere effettivamente nulla.

Riguardo all’imprevedibilità di questi episodi di collasso, faccio degli esempi. Il collasso narcisistico può avvenire quando la vittima lascia il suo narcisista prima che lui abbia deciso di scartarla, e allora lui, pur di rifuggire questo dolore, farebbe qualsiasi cosa per riprendersela, che sia attuare lo stalking, che sia talvolta esercitare violenza fisica su di lei, per marcare un territorio che deve rimanere solo suo e per soprattutto evitare che lui debba fare i conti con i suoi fantasmi, cioè con il suo terrore dell’abbandono e con la presa di coscienza che lui ha dei limiti, e qualcuno puo’ vederli, e la partner li ha visti. Un altro esempio, molto frequente, di collasso narcisistico è quando qualcuno guarda dietro all’apparenza del narcisista e gli toglie la maschera. Ciò porta il narcisista ad una posizione di “indifendibilità” di se stesso tale che lui non riesce neanche a proiettare le proprie colpe sull’altro o usare tecniche manipolatorie per rifuggire il suo essere introspettivo con se stesso, o usare tecniche di fasullo perdono e fasulle scuse per tornare a continuare le vessazioni, quindi si trova ingabbiato nel prendere coscienza di essere un piccolo e vuoto essere umano. Può essere un palese essere colto in flagrante con un’altra donna, o qualsiasi altro episodio in cui è davvero impensabile credere alle sue giustificazioni e balle. Un altro esempio di collasso narcisistico è quando si spengono i riflettori, come chiusura di pagine social, disillusione di progetti grandiosi su pagine social, fine di un periodo televisivo florido, fine di una posizione esposta all’interno di un lavoro di ruolo, e quell’effimero momento di splendore dovuto a persone interessate alla sua persona viene meno: il narcisista si trova con il nulla mischiato al niente nelle sue mani. La sua dipendenza dagli altri si manifesta come un’astinenza insopportabile, la sua solitudine sostanziale emerge in maniera fagocitante, e il narcisista vede se stesso essere un esserino dimesso (scusa il gioco di parole, ma rende l’idea), insignificante, totalmente privo di valore e totalmente privo di energie e senza obiettivi di vita. In momenti del genere il narcisista non ha davvero forza di svolgere qualsiasi azione più lucida, ed anche più basilare per la sopravvivenza. Ha difficoltà a respirare, può alternare attacchi d’ansia, veri e propri attacchi di panico, paranoie, ossessioni. Può non avere forze di uscire di casa, può provare sentimenti di rabbia incontrollati, di vergogna, ma anche comportamenti passivo aggressivi importanti. Può pianificare congetture mentali e architettare pianificazioni tali da salvarlo da questa gabbia che lo vede inesistente e inconsistente più dell’aria e ABBANDONATO al suo non esistere, INCAPACE di attaccarsi a qualcosa in cui crede, a qualcosa in cui ha sempre creduto, perchè il narcisista NON HA MAI CREDUTO VERAMENTE IN NULLA, se non nella creazione della sua maschera del momento, se non nell’agire solamente per SUSCITARE INVIDIA, AMMIRAZIONE, DESIDERABILITA’, (illusoria) SUPERIORITA’ e se non nelle sue manipolazioni per salvarsi e aggrapparsi al suo, sempre più ben fatto, falso sè.

Detto in breve, il collasso narcisistico è quel momento in cui qualcosa ROMPE L’IMMAGINE ILLUSORIA DELLA REALTA’ CHE IL NARCISISTA HA, e che lo scaraventa nella vita reale in cui lui ha disagi a vivere, in quanto è un essere privo di concretezza, e solo un’immagine proiettata di quello che lui vorrebbe essere e si impegna ad essere, ma che non coincide con il suo vero sè, che lui non conosce e che lui non ha, perchè non lo ha mai coltivato, sin dalla sua primissima infanzia.

In momenti di questo tipo, cosa può fare un narcisista per non morire di depressione atroce, di suicidio talvolta, e di VISIONE della morte interiore che dentro ha e che quotidianamente copre? Alza l’asticella CONTINUAMENTE, alla ricerca di qualcosa che forse non raggiungerà mai, ma che gli permette, nel mentre, di avere SEMPRE quotidiani obiettivi che gli mantengano viva l’ILLUSIONE di essere grande nella misura in cui ha progetti a lungo termine grandi. E’ per questo che, come dicevo ad inizio articolo, il narcisista NON VIVE. Non vive mai. Non vive mai in maniera sostanziale il presente, anche se lo fa credere, ed anche se così potrebbe sembrare, vista la sua vita spesso piena, spesso invidiabile agli occhi degli altri, spesso ricca di tanti elementi, persone, situazioni, che però sono sempre esterne e create ad hoc. Il narcisista NON VIVE IL PRESENTE, e crea obiettivi sempre “al di sopra” di qualcosa che lui non conosce, cioè se stesso. E’ per questo che prende sempre scelte che poi si rivelano essere totalmente controproducenti alla sua reale felicità, perchè è come se lui facesse i “conti senza l’oste”, cioè intraprende strade senza “esserci” veramente, come individuo, come conoscenza delle sue passioni, dei suoi limiti, delle sue reali esigenze di essere umano, sganciati dall’affannosa corsa all’approvvigionamento narcisistico. Il narcisista lo vedi sempre essere agitato interiormente, e spesso (seppur a volte non sempre) anche esteriormente, e questa frenesia di cambiare, di non potersi mai fermare, è legata al terrore di rimanere in uno stato permanente in cui, stando fermo per un po’, è ingabbiato nella paura di non poter cercare altro di più appagante a livello di approvvigionamento narcisistico e quindi rischiare di poter cadere nell’oblio. E’ in momenti di collasso narcisistico che è frequente che il narcisista faccia anche quest’altra cosa per sopravvivere: cercare in maniera spasmodica nuove prede, in quanto non ha sufficienti fonti di approvvigionamento. E’ in questi caso che potrebbe buttarsi alla ricerca affannata in applicazioni di incontri, o social networks, per trovare qualcuno che gli ristabilizzi l’idea più o meno accettabile che lui vuole avere di se stesso – vedi articolo MIRRORING: tutto ciò che c’è da sapere – Le voci di Eco – . Quando troverà ben presto una nuova vittima, il narcisista tornerà in ottima forma e rimuoverà quel periodo buio, permettendosi di scaricare le colpe a chi non era stato in grado di capire la sua grandiosità, quindi il problema semmai era di quelle persone, non di lui, del resto la persona che ora sta con lui lo adora, lo idolatra, e quindi lo capisce nella sua maestosità (finchè dura).

Va da sè comprendere come ogni azione del narcisista, soprattutto quando sta molto male in collassi del genere, è RISTABILIRE L’ILLUSORIO POTERE CHE LUI ATTRIBUISCE A SE STESSO E L’IMMAGINE CHE LUI SEMPRE VUOLE AVERE DI SE STESSO. Certo è che un episodio traumatico come questi collassi potrebbe essere una sacra occasione di spinta per iniziare un percorso terapeutico. Non succede spesso, ma, quando accade che un narcisista decide di intraprendere un percorso, i risultati sono quasi sempre scarsi, in quanto il narcisista non riconosce e non accetta mai i tratti del suo disturbo, e il motivo per il quale “chiede un aiuto” – che per lui già come necessità è aberrante e inaccettabile -, è quello di RICOSTITUIRE UNA MASCHERA, qualunque essa sia, e trovare fattori che gli permettano di aggregare di nuovo le sue idee grandiose riguardo se stesso, che sia riuscire a manipolare lo stesso terapeuta, che sia trovare nei discorsi che fuoriescono dalla terapia dettagli che gli permettano di ricostituire una immagine potente, sia quella di sempre o sia una nuova, e perseguire in quella nuova strada, in quella nuova costruzione di falso sè, e in, appunto, quell’aumentare incessante e frustrante dell’asticella.

Quando sei arrabbiata con un narcisista, pensa a che condanna è stato destinato. So che vorresti augurare un collasso del genere al narcisista che ti sta logorando, ma non augurarti niente giusto per il gusto di avere la tua rivincita, semmai augurati che il “tuo” narcisista abbia una crisi del genere per poter avere una sufficiente spinta per capire almeno quanto dolore infligge agli altri. E’ difficile che un narcisista guarisca, ahimè, questa è la più vera e triste verità, ma è anche vero che accettare anche solo parziali aspetti del proprio problema e provare a fare qualcosa è già un goccia. Il narcisista ha un problema, e persevera dando dolore a tutti coloro che gli sono più o meno vicino: questa la questione. Le crisi però sono opportunità grandiose, e così come tu sei in grado (perchè sì, tu SEI IN GRADO) di trarre insegnamento e conoscenza di te, così queste crisi possono dare la POSSIBILITA’ al narcisista di avere una chance di miglioramento non tanto prettamente verso il suo disturbo vero e proprio, quanto nella misura in cui, anche solo minimamente, si renda conto delle ragioni che muovono come burattini ogni sua azione, o meglio ogni burattino della sua vita, compreso se stesso, e circoscriva le crudeltà. Se non vuole aiutarsi, è una scelta sua. E così come lui può scegliere, anche tu puoi scegliere.

Di andartene a gambe levate.