ARTICOLO – COME TUTTI GLI ARTICOLI DI QUESTO BLOG – RIVOLTO A VITTIME DONNE E VITTIME UOMINI, MA PER COMODITA’ GRAMMATICALE ED INCIDENZA, USERO’ IL MASCHILE PER IL NARCISISTA ED IL FEMMINILE PER LA VITTIMA. 

Questa domanda sopraggiunge alla mente di quasi tutte coloro (o tutti coloro, nel caso di vittime uomini di narcisiste donne) che sono state scartate da un narcisista, ma è una domanda molto “tardiva”. E’ una domanda che arriva dopo un bel po’ di tempo successivo al post scarto da parte del narcisista, in cui la vittima si è documentata spasmodicamente, ha reinterpretato molti aspetti della sua relazione col narcisista con l’ottica delle sue nuove conoscenze in materia, ha scoperto tratti manipolanti nella sua quotidianità, ha ripreso più o meno parzialmente la sua quotidianità. Ecco, dopo l’abbuffata di materiale di questo tipo, dopo l’elaborazione abbastanza avanzata di tutte le dinamiche, quando incomincia anche più sollievo e più consapevolezza, la vittima comincia a ritornare a guardare a se stessa, piuttosto che in toto al narcisista. E le sopraggiunge questa domanda. Le sopraggiunge la domanda se forse anche lei sia una narcisista. Le tornano alla mente aspetti del suo passato, delle sue esperienze personali, dove forse ha avuto degli atteggiamenti controllanti e non sapeva, neanch’essi, decodificare. Analizza i suoi comportamenti attuali, che è anche probabile siano contaminati da tutta la continua e stretta vicinanza con il narcisista, e nota anche in lei delle tendenze narcisistiche in corso. Può notare come si prenda meno a cuore le reazioni degli altri alle sue azioni – e ben venga che finalmente cominci a fottersene di come ogni sua singola azione venga giudicata e percepita da chi ha di fronte! Il narcisista, tra le tante conseguenze immonde che lascia, influenza anche “in positivo” la vittima, abituandola ad un modus operandi in cui si comincia anche lei a preoccupare di meno circa ogni singola reazione che le persone hanno di risposta alle sue (sempre nobili e colme di empatia) azioni! -. Ma di fatto la vittima del narcisista si sente disorientata, e in qualche maniera anche sconfitta, perchè fino ad ora si era sentita un po’ come il bene che aveva debellato – o almeno allontanato, o almeno riconosciuto – il male. Si sente sporca e cade in preda all’angoscia di essere una disturbata mentale.

Questa domanda nasce dalla tendenza della donna abusata di vedere tutto o bianco o nero, senza sfumature. E’ vero, sì, che in questa fase la vittima è ipersensibile a qualsiasi forma narcisistica che le è intorno, e saprebbe cogliere anche quelle più impercettibili ad occhio “nudo” ed anche ad occhio di esperto, specialmente se è una superempatica, ovvero a quello stadio ultrasensibile di empatia (e credimi che ne so qualcosa!), ma è anche vero che ci sono gradi e gradi di narcisismo, più o meno patologico, e più o meno patologico grave.

Una donna vittima di abuso narcisistico ha delle ferite narcisistiche, questo è indubbio, e questa esperienza traumatica farà rifiorire in lei questi tratti. Ma da qui, a dire che è una persona affetta da narcisismo patologico, o ancor peggio, da narcisismo maligno, ce ne passa. La vittima però rimane agganciata all’idea che questi tratti siano da ricondurre automaticamente al disturbo vero e proprio. Spesso, in altre persone, lo è, e non ci sono dubbi, ma spesso ciò che la donna vive di se stessa sono solo piccoli tratti che si sono solo un po’ aperti, anche perchè se veramente la partner di un narcisista, fosse anch’essa narcisista, non si chiederebbe se lo fosse, anzi. Esistono coppie di persone entrambe narcisiste, ma credimi, che una donna veramente affetta da disturbo narcisistico di personalità, semmai, si professerebbe proprio super empatica, o forse neanche ci starebbe in un sito del genere.

Comunque, qualunque partner sia in coppia con un narcisista patologico, è indubbio che abbia tratti narcisistici, più o meno accentuati, del resto una persona con un’identità solida, con un disinteresse verso la grandiosità, con un disinteresse al “cosa pensano gli altri” e al “compiacere gli altri” non si aggancerebbe ad un narcisista, o al massimo non ci rimarrebbe “nonostante tutto”. Se tu, vittima, hai pensato di meritare quell’iniziale storia d’amore folle, e “superiore”, e diversa da tutte quelle altre banali storie della gente comune, magari basate sul rispetto, ma tremendamente anonime e lineari viste da fuori, è perchè il narcisista ti ha agganciato con i tuoi tratti di velleità grandiose. Tu, quando vivevi quell’illusorio sogno del love bombing, eri convinta di meritare questa grandiosità e non vedevi che non era qualcosa di concreto e neanche pregno di sentimenti veri, perchè rimanevi ancorata all’idea che tu, essere meritevole di un qualcosa di così grandioso, finalmente avessi trovato un qualcosa di così grandioso da ricevere. Tutte quelle attenzioni ridondanti, eccessive, spesso plateali, o anche “solo” cucite sorprendentemente su di te, senza essere per forza teatrali, oppure tutte quelle triangolazioni (anche sottili che tu non sapevi chiamare con questo nome) di quando lui INNALZAVA TE, schiacciando qualcun’altra (quindi USAVA TE per svalutare qualcun’altra e prendere approvvigionamento narcisistico negativo da lei, come mortificazione, gelosia, angoscia) tu eri convinta fossero ciò che la tua persona meritasse ricevere, perchè anche tu un essere superiore come lui. E’ per quello che il narcisista vuole innalzarti. Il narcisista vuole innalzarti perchè sa che tu, dentro di te, ti ci senti lì sopra, ma nessuno ti ci ha mai portato veramente, ed allora lui ti regala questa illusione, con il prezzo poi di portarti anche nel posto più profondo, basso e mortifero, che, neanch’esso, hai mai provato prima d’ora. Se tu donna (o uomo), hai avuto di te stessa una considerazione “egoica” di estremo ego e di estrema onnipotenza per essere la famosa “unica” che sapeva capirlo, e curarlo, e salvarlo, e SEI RIMASTA, è perchè erano le tue ferite narcisistiche che parlavano e di influenzavano. E quando durante la svalutazione pensavi che potessi essere “l’unica a salvarlo” con la tua armatura scintillante di Wonder Woman, o quando durante lo scarto ti disdegnavi per la campagna diffamatoria (beh su quella di disdegnerebbero tutti, onestamente), putrida e immonda, era sempre il tuo ego che parlava. Una persona che ha quasi inesistenti ferite narcisistiche, cade nell’abuso, MA NON PERSEVERA, e al primo campanello, che sia una mancanza di rispetto, o una tecnica manipolatoria, o dolore che ella percepisce in se stessa, o anche un intero ciclo abusante intero fino allo scarto, SI SENTIREBBE SOLLEVATA DA AVER SCANSATO UN FOSSO, ci starebbe male, incasserebbe il colpo, ne trarrebbe insegnamento, e andrebbe avanti per la sua strada, pronta ad un amore sano. La vittima con ferite più o meno profonde di narcisismo, si fa influenzare dalla sua stessa presunzione di essere migliore delle altre vittime maltrattate (perchè si tratta pur sempre di VITTIME MALTRATTATE, compresa lei) e va sempre AL DI LA’ di ciò che un essere umano dovrebbe subire, per amor proprio. Perchè è proprio la vittima che vede ampliarsi le sue ferite narcisistiche, PER NON AVERE SANO AMOR PROPRIO. E a voler strafare.

Del resto, poi, sono proprio i tratti narcisistici che uniscono il partner abusante alla vittima, perchè c’è quella fame d’amore, quella fame di importanza, quell’oblio interiore e senso di irrisolto che pervadono sempre inevitabilmente entrambi, e che permettono la loro indissolubile unione. Il narcisista e l’empatica sono due risvolti della stessa medaglia, ma si ritrovano in quell’essere inquieti dentro – anche se fuori sembrano le persone più pacate del mondo (difficile)- , si ritrovano dentro l’irrisolto del non sentirsi mai abbastanza, si ritrovano nella non serenità, più manifesta nel narcisista, meno accentuata, ma comunque presente, nell’empatica. Poi non dimentichiamo che l’identikit dell’empatica – ti lascio qui il link dell’articolo in cui ne tratto IDENTIKIT DELLA VITTIMA: chi sono le prescelte dei soggetti narcisisti/psicopatici – Le voci di Eco -, scelta ad hoc dal narcisista, vede una donna radiosa, energeticamente piena, che spesso si sofferma inconsciamente sul tornaconto che riceve dall’esterno, cioè il BENE che riceve DAL SUO DARE BENE AGLI ALTRI (situazione opposta al narcisista) ma pur sempre un prendere dall’esterno (situazione tipicamente narcisistica). Anche solo l’essere affetta da una, seppur debole, sempre presente, sindrome da crocerossina, è un sintomo di un’insicurezza che fa godere del vedere da fuori lo stare bene da parte di qualcuno grazie alla propria azione, e che fa godere dell’essere apprezzato per l’aver fatto del bene grazie alla propria azione, quindi anche la partner del narcisista NON SI DA VALORE DALL’INTERNO, ma è allo stesso modo immatura nel ricevere, seppur non con avidità e manipolazione, dall’esterno. Una persona appagata, equilibrata, non rimarrebbe a lungo col narcisista, e molto spesso, neanche una persona “semplice” psichicamente ci rimarrebbe mai a lungo. Se sei rimasta (o rimasto), è perchè un animo inquieto lo sei, e questo non è un difetto, e non è neanche un disturbo, ma è un indicatore di quanto tu sia dentro PIENA, ma bisognosa di dover ordinare tutto ciò che dentro hai (e non è scontato) per far sì che giri a tuo favore rendendoti una persona non solo profonda, ma anche FELICE di te. E per il narcisista, credimi che questo non è per nulla facile, forse impossibile, perchè il narcisista il caos dentro ce l’ha eccome, più del tuo, ma con la differenza che questo caos è un involucro frammentato di un vuoto inquietante. E il vuoto non si può “organizzare” ed ordinare, come TU puoi fare con tutto quello che invece hai dentro.

Se hai letto il titolo di questo articolo e hai aperto l’articolo pensando che possa interessare te stessa in prima persona, già sei a buon punto, perchè ti chiedi di te, ti fai domande, ti analizzi, VUOI FINALMENTE CAPIRTI. Capire te e non focalizzarti ancora, sempre, su di lui. I tratti narcisistici non sono un male in per sè, sono umani, e a volte servono anche, nella misura in cui siano deboli, e possibilmente non patologici. Ma anche fossero patologici, anche fosse che a volte hai problemi di deficit di empatia, oppure che a volte hai una percezione di te superiore rispetto a quella che, modestamente e meravigliosamente sei, se ti stai umilmente chiedendo tutto questo, PUOI LAVORARCI, e puoi anche riconoscere dove hai queste tendenze e come poterci convivere, conducendo una vita più che soddisfacente.

Del resto, quel chirurgo affermato, se avesse una costante empatia potente, non riuscirebbe ad essere così lucido, ma invece coinvolto emotivamente, durante un intervento in cui squarcia un essere umano! E neanche quello squalo della multinazionale americana sarebbe così lucido nell’essere competitivo e spietato con i suoi concorrenti, considerandoli solo pedine da scavallare per portare avanti il suo nobile progetto. I tratti narcisistici sono NORMALI. Ma sono accettabili nella misura in cui NON LEDANO NESSUNO e nella misura in cui vengano RICONOSCIUTI, GESTITI ED APPLICATI AD UNA VITA COMPLETA E PIENA DI SIGNIFICATO.