
Ascoltiamo le parole di Veronica, una ragazza di 28 anni che ha voluto parlarci del suo ex Leonardo e di come, sebbene fosse una persona – che lei ha scoperto essere – patologica, pericolosa, e disturbata, sia andato per anni alla ricerca del settore dove “sfondare” ed essere famoso, e di come poi pare sia riuscito nello strenuo intento. E’ interessante ascoltare questo racconto per analizzare non solo come un narcisista si comporti all’interno di una relazione ma come, ad esempio in questo ambito di affannosa ricerca di approvvigionamento narcisistico di vita, si comporti per diventare famoso, speciale, diverso.
Cara Veronica, iniziaci a parlare di Leonardo ed intanto di come è andata sommariamente la vostra storia.
Ciao Francesca, io sono stata relativamente poco con il mio ex, Leonardo, che poi si è rivelato estremamente narcisista patologico, ma come ben sapete voi che – anche voi – ci siete passati, bastano due giorni di relazione con questi disturbati che la vita può cambiare (in peggio) in un baleno. Relazione a mille, iniziata a mille e poi con alti e bassi intensissimi. Lui è un overt, anche istrionico aggiungerei, quindi immaginatelo andare in giro con camice sgargianti, abbigliamento colorato, ad attaccare bottone con qualsiasi persona incontrasse per strada. Un tipo così, che a me, giovanissima ragazza innamorata delle emozioni forti, mi aveva irrimediabilmente catturato. Perchè mi aveva scelto? Perchè sono una bellissima ragazza, e qualche anno fa lo ero ancora di più, quindi a posteri per lui penso fossi un trofeo da mostrare a tutti e una sorta di bambolina perfetta da tenere per sè a mo’ di bambolotto con cui giocare, nonostante io sia anche una persona molto intelligente e non “gattamorta”. Comunque, la relazione in per sè te la risparmio, sia perchè mi addolora ancora molto rinvangare in quelle azioni mortifere che aveva attuato contro di me e mancandomi mi rispetto, sia perchè in realtà non è stata una relazione abusante poi così originale: mi ha tradito, l’ho scoperto con un’altra lo stesso giorno che aveva avuto dei rapporti sessuali con me, e da lì ho scoperto a catena un’altra serie di bugie gravissime sul suo passato, che prima ignoravo totalmente. Da lì capii che dovevo assolutamente allontanarmi da questa persona pericolosa e mi feci scartare per non incorrere in sui pianti per farmi tornare sui miei passi (ero ancora stra innamorata), o in varie forme di stalking eccetera. Però voglio parlarvi di quello che ho notato della sua vita. Una corsa affannata e continua all’emergere e al farsi vedere.
Parlaci di questo. Leonardo era uno studente di comunicazione, da quello che già mi avevi accennato.
Quando ci eravamo conosciuti sì. Ed anche quando eravamo stati insieme. Non riusciva mai a darli gli esami, da diciamo che intanto io lo avevo conosciuto con questo biglietto da visita. Studia all’università, pensavo. Una cosa come tante. E la cosa non mi preoccupava, anzi mi faceva pensare che fosse una persona che comunque si interessava ad avere un titolo, ad avere un minimo di base di cultura, un po’ come tutti. Ed anche io studiavo all’università. Man mano che passavamo il tempo insieme vedevo che rifuggiva sempre gli esami. Una sessione aveva un problema, una sessione un altro. Era fumoso e poco organizzato, ma andava sempre in fissa per qualche ossessione del momento, nella quale metteva tutto se stesso perchè ci vedeva l’OCCASIONE PER SFONDARE, per emergere e farsi vedere. L’università non la vedeva così, per questo non gli andava di “perderci tempo”. Era da sfigati, da persone normali, secondo la sua ottica disturbata e profondamente presuntuosa (e non umile). Quindi se ne inventava di ogni per combinare qualcosa in cui guadagnasse fama e soldi. Aveva iniziato con delle magliette con una stampa disegnata da lui. O meglio, disegnata è un parolone. Era una stampa oscena e banale. Ma aveva messo in piedi giri su giri di conoscenze per fare pubblicità per farsela vendere. Una cosa imbarazzante. Fra un po’ la lasciava nei bagni degli autogrill per far conoscere quel marchio. Neanche fosse Valentino. Era proprio dissociato dalla realtà, e in quel periodo di sentiva davvero Valentino, per una tshirt orrida che potrebbe fare chiunque in quei mille siti di stampa online di magliette. Infatti andò male. Dopo qualche post su Instagram di svariati likes e commenti del tipo “che bravo Leonardo che ti metti sempre in gioco”, “tu sì che sei un creativo”, “tu si che sai sempre riciclarti”, la situazione cadde nell’oblio. Una manciata di spicci tirati su e poco altro. Poi allora fu il momento dell’abbigliamento vintage. Comprava e rivendeva capi vintage, a prezzi spropositati. Ok che l’abbigliamento vintage tendenzialmente costa tanto, ma lui vendeva delle camice a prezzi assurdi. Ed alcune le vendeva anche, perchè aveva creato una tale “mitizzazione” della sua persona, che qualche persona – tra cui qualche donna che voleva farsi notare da lui e portarselo a letto – se le comprava pure. Leonardo chiamava delle fotografe per farsi fare dei book con le camice indossate da lui, e poi le metteva in vendita sui social e col passaparola. Tutto incentrato su di lui. Lui che aveva gusto a sceglierle, lui che appunto si riciclava ancora, lui che “capiva” le ondate di business. Questo pensava lui, e questo pensavano tutte le persone idiote che ancora gli credevano.
Tu, in tutto ciò, che posizione avevi in questi giri ed in queste sue iniziative? Immagino rimanessi appesa lì, dentro a quella che io sempre chiamo in ogni articolo “la ruota del criceto”, impossibilitata ad andare via dalla relazione, ma impossibilitata, anche, ad essere felice.
E’ esattamente così. Io non riuscivo a lasciarlo, per dipendenza affettiva, per terrore che lui impazzisse (perchè era possessivo con me) e chissà per quali altri motivi subconsci, ma al contempo ero estremamente infastidita, trascurata da lui, snobbata. Non mi chiedeva mai consigli, su niente, anzi percepivo sempre di essere un fastidio per lui, un intralcio al suo delirio di onnipotenza e alla sua fame totale che tutti i riflettori fossero solo su di lui. Eppure io guardavo a me, e pensavo a cui semmai fossi io il problema. Io che forse non ero abbastanza brava ad essere DEGNA di stare e rimanere, e magari anche felice, vicino ad un ragazzo eclettico simile. Pensavo, a livello inconscio poi, di dover rimanere e non mollare mai perchè avevo avuto il privilegio di essere stata scelta da lui, da un ragazzo così “speciale” e diverso dagli altri, e che quindi siccome stavo meritando questa fortuna, anche se lui mi ignorava, o a volte trattava come se fossi totalmente invisibile, io dovevo RESISTERE, a tutti i costi e rinunciare un po’ a quello che volevo io, e a quello che pretendeva, forse con presunzione, io. A distanza di tempo mi rendo conto che la mia non era presunzione ma sana esigenza di amore da parte dell’uomo che avevo scelto di avere al mio fianco, che diamine. Quello che ci tengo a dire è che persone di questo tipo sono grandi paraculi. Sono abili a vendere l’aria fritta per qualcosa di speciale, e con questo meccanismo rendono schiavi psicologiche le persone che gli stanno intorno. Se si guarda un narcisista, specialmente overt, per quello che è, senza gli occhiali rosa della manipolazione, si vede IL NULLA, si vedono uomini totalmente insipidi, non empatici, non umani, e soprattutto SENZA CONTENUTI, e questo ci tengo molto a dirlo. Sono persone senza contenuti, che si disperano alla ricerca di quel campo dove fottere la gente e dove appunto emergere dalla folla. E a volte ci riescono, seppur con un data di scadenza (o almeno spero).
Infatti, da come mi accennavi, nell’affannata ricerca di colpacci, Leonardo “la sua strada” è riuscito a trovarla. O almeno, “la sua strada” intesa come quell’attività dove emergere, dove essere considerato da tutti “il genio”, “quello diverso da tutti”, “quello non ordinario”, “quello artistico”.
Ebbene sì. E per ora dura ancora, da qualche anno. E la cosa ancora mi dà rabbia e non poco. Mi dà rabbia sapere che io so bene come lui è, quanto parassitario e finto sia, e vedere come file di persone pensano dalle sue labbra e da quella che lui mostra come una sua genialità artistica. La pittura. Ad un certo punto, Leonardo scopre la pittura. Io non ero presente a questa epifania, ma da quello che lui mi aveva raccontato era andato ad una mostra dove aveva conosciuto un artista di strada e ne era rimasto folgorato (questa parola “folgorato” la avevo sentita una marea di volte). Il giorno dopo aveva comprato tutto l’occorrente per dipingere. Tele e colori (non me ne intendo molto, ma da quello che vedevo erano tele e colori, forse acrilici, forse acquarelli, ripeto non sono ferrata nel settore!). Leonardo non lavorava, e gli esami non li dava. Ed ovviamente non frequentava i corsi. Stava tutto il giorno in una casa dove non pagava l’affitto (l’ho scoperto dopo che ci eravamo lasciati) e cominciava a buttare giù schizzi di colore. Io, nel frattempo, andavo all’università, cercavo di studiare dentro all’ansia perenne che mi mangiava lo stomaco per quanto lui mi facesse costanti e lunghissimi silenzi punitivi, e poi la sera andavo a casa da lui, in sere di silenzi punitivi in presenza, in cui mi parlava pochissimo, se non di pittura, e in cui la notte non mi sfiorava neanche per sbaglio, e poi in cui mi paragonava a donne a detta sua più “artistiche” di me e quindi più “sensibili” di me. Mi stava facendo mettere in dubbio TUTTO di me stessa, goccia dopo goccia, fino a che stavo sprofondando in un oceano di insicurezza. Io di lui mi fidavo, ciecamente.
Ormai la sua nuova “vittima” da cui risucchiare approvvigionamento narcisistico era la pittura, non eri più tu. Stava in un idilliaco love bombing con lei, non più con te. E non mi stupirebbe se mi dicessi che ti triangolava con la stessa pittura. Si triangola anche con oggetti ed attività, non solo con persone.
Francesca, è proprio così. Mi triangolava anche con i suoi dipinti. La sera, fino a tardi, dipingeva e mi ignorava. Mi diceva frasi come “quello che mi dà dipingere nessuna persona me lo dà”. “Tu non capisci cosa voglia dire l’arte” (lui invece sì… come no). “Le persone che dipingono sono sensibili. Quelle che non dipingono sono aride” (e guarda caso, io NON dipingo, perchè sono negata!). A volte la notte, quando io mi avvicinavo per avere rapporti, lui si alzava e si metteva davanti alla tela a guardare quei due schizzi che aveva buttato giù. Era imbarazzante, e per me mortificante. Con questo, bada bene, non voglio tacciare per “narcisisti” tutti gli artisti e men che meno tutti i pittori, assolutamente, ma di certo Leonardo pittore NON LO ERA. I suoi erano dipinti piuttosto dozzinali, per me piuttosto orridi, a dire il vero. Visi di donna irregolari, strani, che non avevano riscontri da parte di nessun esperto e di pochissime persone, EPPURE, lui ancora e ancora aveva iniziato, anche per questa nuova fissa, una campagna pubblicitaria spietata. Sui social, con passaparola, pregando gente di inserire un paio di suoi quadri dentro a delle gallerie d’arte, e addirittura chiedendo ai suoi genitori di metterci una buona parola con amici loro per farsi comprare qualche suo quadro ed appenderlo nelle loro case o nei loro studi professionali (la famiglia di Leonardo sta bene in quanto a lato economico e sociale). Aveva pagato non so quante di quelle applicazioni per sponsorizzare i profili social (non me ne intendo neanche di questo) e si faceva CONTINUAMENTE foto vicino ai suoi quadri. Praticamente passava il tempo o a fare questi dipinti o a vestirsi accattivante con la roba vintage che gli era rimasta per mostrarsi bello e vicino alle sue magne opere. Spesso chiedeva a me di fargli le foto vicino ai suoi dipinti, ma io mi rifiutavo scocciata perchè mi sentivo usata, e ad oggi dico anche triangolata. Ti faccio un altro esempio ancora, davvero ridicolo ma l’emblema del suo egocentrismo e totale mancanza di empatia ed amore per gli altri. La nonna (vecchietta adorabile a cui io mi ero molto affezionata) si era aggravata e sapevamo che di lì a breve se ne sarebbe andata. Viene ricoverata e in quei giorni in cui stava entrando in semi coma prima di morire Leonardo non solo era TOTALMENTE INDIFFERENTE alla circostanza, ma in più SI ERA GIA’ MESSO A DIPINGERE – a detta sua – UNA SORTA DI RITRATTO DELLA NONNA per poi portarlo ad un eventuale funerale che forse a breve ci sarebbe stato, per, sempre a detta sua, “omaggiarla”. Non ha versato una lacrima per lei, non è mai andato in ospedale a trovarla, non ha mai chiesto ai genitori “come sta nonna”. Nulla di nulla di tutto ciò. Lui si stava preparando per l’evento che lui avrebbe sfruttato per mostrare se stesso e sponsorizzare i suoi quadri. Con un tale modo calcolatore agghiacciante (e se devo dirla tutta, era un ritratto di merda, povera donna). Ed infatti il giorno del funerale (infatti un mese dopo la nonna è morta), lui aveva messo il quadro su un trabiccolo davanti all’entrata della chiesa così che tutti lo vedessero e lo elogiassero. Sconcertante, macabro e ridicolo. Davvero imbarazzante da quanto fosse ridicola la situazione, a pensarci ora. Ora che sono tornata lucida. Infatti non oso immaginare i commenti della gente “sana” che lo avrà preso per un cretino egocentrico. Però per farvi capire come loro siano calcolatori, premeditatori, come pensino in anticipo le situazioni e come ci si infiltrino per stare al centro dell’attenzione. Cioè, sono inquietanti. Hanno un cervello che lavora h24 pur di trovare fessure dove entrare e dove mettersi sul piedistallo. E’ davvero patologico tutto questo. Eppure, dopo i tanti tentativi di Leonardo di sfondare, sembra/sembrava che questa volta qualcosa di proficuo forse l’abbia imbroccato. Forse è ancora presto per dirlo. E’ passato solo qualche anno. Ma ho comunque idea che sia momentaneo anche questo.
Ha avuto successo con i dipinti? Sta avendo successo?
Ovviamente non dirò cognome o altro per privacy, e poi di giovani pittori, artistoidi, e chiacchieroni in materia ce ne sono tantissimi, quindi forse sarà una meteora come tanti altri che valgono poco, però ecco sicuramente rispetto ai vari altri tentativi di sfondare dei tempi passati (e sono stati tantissimi. In questa intervista ne ho citati giusto due), questo della pittura gli ha dato molta più fama rispetto a quanta già abbastanza ne avesse prima (fama è un parolone, assolutamente, ma ecco indubbiamente è più un nome rispetto ad io che sono un medico, o alla mia migliore amica che è farmacista, o ad altri miei amici che sono professori, fisioterapisti e via dicendo quelle professioni utili che nella mente di un narcisista overt tendente all’istrionico sono assolutamente inutili e banali, ecco). Io non so quanto durerà, ma so che questi narcisisti sono letteralmente spietati. Finchè non trovano quel posto nel mondo dove elevarsi non smettono di cercare cercare e cercare modi per fottere gli altri, per fottere la fatica, per fottere la gente che loro reputano “normale”. Finora Leonardo ha seminato dolore in chi gli è stato vicino, e solitudine vera (la sua) e tentativi di totale vacuità, ed ha raccolto un po’ di fama spicciola e scariche di adrenalina di approvvigionamento narcisistico ad ogni post che ripostano sui social, commenti, followers, e qualche soldino di chi pur di farsi notare da lui gli spara i soldi del prezzo del quadro, ma voglio pensare che il talento non sia il tentativo di farsi vedere, ma una manifestazione spontanea della propria interiorità, della propria sensibilità. Leonardo non ce l’ha un’interiorità. Leonardo ha il vuoto, come quello che tutti i narcisisti hanno. E chi ha un vuoto dentro come può tirar fuori qualcosa? Penso ai grandi pittori. Tutti loro, dentro, avevano tanto, fosse pure inquietudine, disperazione, ma un narcisista non è un depresso o vittima della vita (o almeno non solo), perchè ho capito ormai bene che un narcisista è un essere vuoto e che ciò che fa e produce per farsi vedere ha prima o poi una fisiologica data di scadenza. Questo è ciò che penso e questo è ciò che voglio sperare per correttezza di tutte quelle persone che vedono la verità dove non c’è, e perdono tempo a idolatrare e mettere likes a lui, e che perdono soldi per comprare quadri fatti con l’intento nella testa di Leonardo di “diventare qualcuno”.
Vuoi dare un messaggio a qualche vittima – uomo o donna – che si rivede in questa descrizione di uomo narcisista patologico overt e soffre l’inguistizia, la falsità di essere, e l’invischiamento psicologico per tali individui?
Assolutamente sì. Voglio dire di NON GUARDARE ALLA FACCIATA e di non ignorare le sensazioni di svalutazione, inferiorità e sdegno che questi individui fanno costantemente provare alla partner. Spesso Leonardo mi diceva espressamente frasi come: “non mi interessa degli altri, io guardo al mio, ed io nella vita dovrò arrivare in alto, in qualsiasi modo sia”. Ed io quelle frasi le sentivo ma non le ascoltavo, come non vedevo tanti altri dettagli che mi passavano davanti e mi allertavano. Questi individui sono rigidi, sono disturbati, come il disturbo stesso di personalità porta a capire. Nessuna donna merita (o uomo se la narcisista overt è donna) di cambiare percezione di se stessa perchè una persona nociva al suo fianco la condiziona. Questi individui sono bravissimi a farsi vedere splendidi ed unici a tutti coloro che non li conoscono davvero, perfino gli amici stretti. Nessuno li conosce come li conosciamo noi partners intime. Nessuno. Nè i “cari” amici nè i parenti. Fuori sono la meraviglia inarrivabile, dentro di loro e dentro le mura di casa sono il male più assoluto che possa esistere nel pianeta Terra. Ecco, noi dobbiamo essere fedeli a quello che abbiamo visto di loro, a quanto sono falsi, a quanto sono denigratori con noi donne che invidiano, a quanto sono assolutamente egoriferiti, a quanto non sappiano vedere il prossimo e a come ogni loro scelta sia legata a loro stessi e a nient’altro. So che è difficile, perchè ripeto che loro sono bravissimi a far sembrare che sono autentici, ma NOI SAPPIAMO TUTTO. Sappiamo che mostri sono, e questo ci basta per salvarci la vita e per non credere a degli emeriti sfigati egocentrici. Sono sfigati, niente di più. Sono degli arrampicatori sociali che per arrampicarsi socialmente talvolta non ci si impegnano neanche troppo a livello di istruzione e lavoro, ma lo fanno senza troppo sforzo ma con immensa paraculaggine. Sono dei paraculi, ma io voglio credere che il detto “come si semina, si raccoglie” sia vero e prima o poi si manifesti. Nel frattempo noi possiamo salvarci ed andare a seminare qualcosa di concreto, di vero, di puro, di umano, per noi stessi e per gli altri che amiamo e che meritano il nostro amore.
Grazie Veronica per il tuo racconto. Ogni racconto può essere utile a ritrovare spunti personali e a conoscere ancora meglio le dinamiche interne di personalità patologiche o con tratti patologici.